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Transatlantic cable: una nuova rubrica

primo cavo transatlantico

Oggi è un giorno di festa, c’è l’inaugurazione del Transatlantic Cable. Come cos’è? È un filo sotterraneo, anzi per meglio dire sottomarino, che ci mette in contatto diretto con tutto il Nord del continente d’oltreoceano. Attraverso il cavo sottomarino non passeranno notizie di attualità, di costume, di moda, ma solamente notizie di letteratura nordamericana. Nel secolo passato la letteratura americana ci ha regalato pagine meravigliose di autori indimenticabili, ma oggi chi sono gli scrittori statunitensi? Cosa ci vogliono raccontare? Noi lo vogliamo scoprire direttamente alla fonte, leggendo libri freschi freschi di stampa per poi raccontarveli, nell’attesa e nella speranza di vedere i migliori presto in traduzione anche nella nostra lingua.

 

 

The Vanishing Half  – Brit Bennett

The Vanishing Half - Brit Bennett

Presentazione

 

The Vanishing Half di Brit Bennet è stato pubblicato nel 2020 dalla Riverhead Books. L’autrice californiana era già nota al pubblico per il suo libro d’esordio The Mothers, pubblicato nel 2016. La seconda opera è stata accolta con favore dalla critica, guadagnando da giugno 2020 il primo posto della Fiction List stilata dal The New York Times e restando per quaranta settimane nella suddetta classifica.

 

Il libro

Mallard, Louisiana, una città talmente piccola da non figurare neanche sulle mappe: prima che una città un’idea, a dirla tutta un’idea davvero bizzarra e che però dimostra il naturale paradosso della declinazione del razzismo. In sostanza Mallard è una città fondata da un uomo «che non sarebbe mai stato accettato dai bianchi, ma che rifiutava di essere trattato come un nero»[1], e così gli afroamericani di questa città sono da sempre ossessionati dal colore della propria pelle e aspirano a diventare, generazione dopo generazione, più chiari tanto da arrivare al punto in cui «quello con la carnagione più scura non era più scuro di un greco»[2].

In questo contesto ci vengono presentate le gemelle Vignes, due ragazze tanto diverse quanto complementari, due sorelle tanto legate nell’infanzia quanto destinate alla separazione nell’arco di tutta la loro vita. Desiree, che dopo essere fuggita insieme alla sorella nella grande città decide di tornare nella piccola Mallard con sua figlia Jude, «nera come il catrame». Stella, che fugge anche dalla sorella per “oltrepassare[3] il confine tra nero e bianco e che finge per una vita intera di essere qualcun’altra, frustrando così la propria identità.

E proprio l’identità personale è uno dei temi centrali di questo romanzo ambientato tra la Louisiana e il Minnesota, passando per la California. Qual è il confine tra ciò che sono e ciò che sento di essere? Quanto è sottile la linea tra finzione e affermazione del proprio essere?

A queste domande rispondono le vicende di personaggi davvero esemplificativi: da una parte la già citata Stella, e con lei sua figlia Kennedy; dall’altra Jude e il suo compagno Reese.

Stella, dopo essere fuggita lontana dalla sua famiglia – e da sé stessa –, si crea una nuova vita fatta di apparenze, di infinite mattinate passate con un cocktail in mano a galleggiare su un gonfiabile nella piscina della sua lussuosa villa, in uno dei migliori quartieri della Los Angeles dei tardi anni ’60. E in questo quartiere la questione sommersa dell’identità irrompe fragorosamente, con la richiesta di trasferimento nell’isolato da parte di una coppia afroamericana. Questo avvenimento spezza la routine di Stella, la quale è come immobilizzata dal timore di vedere mandato all’aria il proprio castello di carte, di vedersi smascherata davanti a tutti e, prima ancora, davanti a sé stessa.

Allo stesso modo, Kennedy è una ragazza cresciuta da sempre nella menzogna, e dalla menzogna tormentata. Crescendo ha la sensazione che la madre le stia nascondendo qualcosa delle proprie origini, che restano fumose e sulle quali i genitori non fanno che glissare. E così, quest’aura di illusorietà viene interiorizzata da Kennedy, che riesce a sentirsi sé stessa solo su un palco teatrale.

D’altro canto, ci sono anche personaggi come Jude e Reese, ragazzi che riescono ad accettare la propria personalità, che riescono a ‘stare nella propria pelle’ anche a costo di enormi sacrifici. Jude, che viene riportata dalla madre Desiree a Mallard, deve fare i conti fin da bambina con il colore della propria pelle, con la propria identità profonda, e con l’ignoranza del razzismo, ma con il tempo impara ad attribuirsi un valore che non necessariamente coincide con l’opinione che gli altri hanno di lei. Reese, precedentemente Therese Anne Carter, capisce di essere un ragazzo nonostante il suo corpo e così inizia un processo – diametralmente opposto a quello di Stella – volto a riprendere pienamente possesso del propria identità.

In The Vanishing Half le vite di questi e di altri personaggi si scontrano, si intrecciano o si sfiorano solamente, lungo un arco temporale che copre il periodo tra il 1950 e il 1990. Con il ricorso a una narrazione discontinua Bennet muove i fili del proprio romanzo facendoci saltare da un decennio all’altro e facendo entrare in collisione atmosfere in rapido mutamento, vecchi pregiudizi che svaniscono e nuovi che ne nascono.

Nel complesso però il romanzo manca di una voce autoriale forte, il che rende la stesura, soprattutto da un punto di vista stilistico, poco originale. Nel libro è difficile trovare un’idea o uno spunto che ci faccia riconoscere – e conoscere – l’autrice, la sua scrittura o la sua idea di letteratura e nel corso della lettura l’idea è quella di avere tra le mani qualcosa di già letto, o per lo meno di già visto. Per usare una metafora culinaria, l’impressione è quella di avere sul tavolo un piatto potenzialmente interessante, con buoni ingredienti, ma purtroppo insipido e non ben amalgamato.

In Italia il libro è già stato tradotto e uscirà a brevissimo: l’esordio nel mercato italiano di Brit Bennett è previsto per settembre 2021 sotto il marchio di Bompiani; per la copertina sarà utilizzata la stessa illustrazione dell’edizione statunitense e il titolo sarà La metà scomparsa.

Nonostante il successo di critica e il riconoscimento di pubblico ottenuto in patria, è difficile che The Vanishing Half riesca a replicare la propria fortuna anche nelle librerie a est dell’atlantico, ma solo il tempo potrà dare una risposta.

 

Valutazione complessiva: 2/5

Possibilità di traduzione: 5/5

 

 

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[1] Traduzione mia

[2] Traduzione mia

[3] To pass over nel testo

 

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Nato nell’autunno del ’96. Si è laureato in Lettere Moderne a Bologna ed è iscritto al corso di Editoria e Scrittura a Roma. Le sue due grandi passioni sono il calcio e la letteratura. Fa di tutto per trovare il tempo di scrivere e leggere. Il suo sogno è quello di lavorare con i libri e per cominciare vorrebbe risistemare quelli che torreggiano sulla sua scrivania e sul suo comodino. È attratto irresistibilmente dai libri nuovi, dalla sua ragazza e, inspiegabilmente, dalla metropolitana.

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