Solo chi sia disposto a sprofondare tra zanzare e tralicci in uno stato confusionario di gas di scarico e fogna potrà apprezzare le potenzialità non ancora del tutto espresse di un ristorante o sagra o discarica con tavolini o balera o tutte queste cose insieme situato esattamente sotto il bellissimo, indimenticale, giustamente famoso, eterno, magico Ponte di Varlungo, l’ultimo di tutti i ponti possibili. Questa è un’esperienza che non vorrete assolutamente raccontare quando da vecchi racconterete qualcosa ai vostri nipoti tra un vaneggiamento senile e l’altro.
Per giungervi dovrete imboccare Via della Funga all’altezza dell’Obihall, una strada che costeggia l’Arno come uno stecchino da denti costeggia le gengive di un lebbroso. Se vorrete predisporvi al suicidio vi consigliamo caldamente di prendere un’automobile, così che potrete rimanere intrappolati per ore con la speranza di raggiungere la fine della strada, per verificare che dovrete tornare indietro fino all’Obihall e poi ancora più indietro fino a casa vostra. Meno funzionale per l’esasperazione il motorino, anche se vi farà risparmiare nell’imbottigliamento forse solo trenta o quaranta secondi di vita.
Una volta giunti alla discarica con tavolini potrete prendere un fogliolino numerato tra una serie di fogliolini numerati che vanno dall’1 al 99 per poi ritornare sempre al numero 1. Il vostro numero sarà immancabilmente il 24 o il 39, salvo scoprire che in quel momento il display rosso sopra un casottino di legno indica il 41. In quelle due ore e mezzo barra tre che dovrete aspettare, potrete godervi un’aggraziatissima e splendida sirenetta in un tubino turchese con profumati capelli biondi e lunghi, un rossetto da battona e ottantasette anni da nascondere sotto il make up mentre canta con la sua entusiasmante band canzoni forse composte da loro o forse provenienti da un’altra dimensione spazio-temporale. Qualcuno dovrebbe scrivere un romanzo su quella donna se proprio si volesse male. Orde di vecchi e di vecchie cominceranno a ballare con espressioni piene di demenza senile e noia. Osservateli attentamente mentre vi domandate che ne sarà di voi quando avrete la loro età: ballerete in quel modo? Penserete che sia divertente? Sarà una vostra ragione di vita una volta finiti i programmi televisivi e la messa della domenica? Vi renderete conto di quanto sia umano sentirsi rispondere dai propri amici “sì ma solo se lo farai anche tu” alla domanda “se divento così mi uccidi, vero?”
Non dimenticatevi di osservare attentamente il traliccio posto esattamente accanto a voi, alto una trentina di metri, capace di donare un che di poetico al mal di testa che piano piano vi assalirà mentre l’elettromagnetismo vi farà rizzare i capelli.
Forse potreste pensare di godervi una partita a calcio balilla, ma il tavolino sarà inclinato irreparabilmente verso destra e tra una risata e l’altra scoprirete che un gettone costa, unicità tra le unictà di Firenze, un solo modestissimo euro. Ciacciando nelle tasche proverete con l’unica moneta che avrete trovato, ma sarà graffiata e il calcio balilla farà le bizze. Mettiamo poi che ad un certo punto riusciate ad ottenere le vostre appiccicose palline da gioco, allora le manopole saranno unte di CRC e grasso di pollo. Alcune caccole secche in mezzo al campo devieranno la pallina in modi imprevedibili e festosi per i vostri avversari.
Quando ormai vi sentirete esausti e pronti a morire, giungerà indifferentemente il vostro turno per ottenere un tavolo, il quale sarà esattamente sotto il battistrada del Ponte di Varlungo, che, per chi non lo sapesse, è una specie di raccordo autostradale. Potrete dunque godervi una pizza alla plastica con aromi di smog e carburazioni varie, polveri sottili e sudore di camerieri. Inoltre i conti non torneranno e dovrete fare radici quadrate e logaritmi su una tovaglietta per scoprire chi fra i vostri compagni di sventura abbia fatto il furbetto. Sarà abbastanza imbarazzante quando verrà fuori che eravate proprio voi. Ma avete dimenticato il portafogli in macchina. Ma un carroattrezzi ve l’ha portata via. Ma la vita è bellissima.
La musica della balera, le chiacchiere degli altri convitati e un malessere senza nome che vi pervaderà tutti i sensi vi spingeranno ad avviarvi verso il ponte, salire fin sul punto più alto, guardare verso il basso nella sparenza che titanici pesci siluro e sorridenti eserciti di pantegane siano sufficientemente affamati per divoravi come se fossero piragna una volta che vi sarete gettati di sotto. Voi gettatevi comunque, che l’Arno sa essere incredibilmente miseriocordioso.
Associazione Culturale L'Irrequieto
, Firenze-Paris @2010-2018
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