Bassifondi di Londra, inizio Novecento. Polly Peachum è la figlia del noto Gionata Peachum, che gestisce il business dei mendicanti della città. Polly sposa di nascosto Macheath, notorio scansafatiche e delinquentello. Quando Polly avvisa i genitori dell’avvenuto matrimonio, i due cercano di convincerla a cambiare idea, non riuscendoci. A preoccuparli è il fatto che da tempo in città c’è un assassino che uccide le donne, asportando loro i capezzoli, e Macheath è uno dei sospettati. Il dettaglio dei capezzoli fa pensare che si tratti di un maniaco sessuale; i mendicanti di Peachum vedono spesso Macheath compiere azioni strane e ne riferiscono al capo. Una volta l’hanno beccato a scoparsi un manichino, un’altra volta mentre guardava libidinosamente una donna e le si avvicinava con una sega in mano; più volte è stato visto schiaffeggiarsi il pene. Ha spesso espressioni facciali mostruose e non di rado cammina tutto accucciato, probabilmente per non farsi vedere durante le sue malefatte.
I Peachum denunciano Macheath alla polizia, ma le accuse non reggono e tutto è complicato dal fatto che Brown, il capo della polizia, è un amico di infanzia di Macheath. Brown è convinto che Macheath sia innocente (sospetta invece di un amministratore di palazzi di mezza età) e decide di non incarcerarlo. Avendo saputo che Macheath ogni giovedì si reca dalle prostitute di Turnbridge, Peachum decide di pagare una di esse, Jenny, per avere informazioni sulle sue abitudini sessuali e capire se potrebbe essere lui il maniaco. In realtà, da quando si è sposato, Macheath si reca al bordello non per il sesso, ma per fare lezioni di cinese con una prostituta di Shanghai. Jenny, seppur spaventata, prova a sondare gli istinti di Macheath, prima e dopo le lezioni di cinese: lo provoca in ogni modo, gliela sbatte letteralmente in faccia (e gratis) e gli dice le peggiori sconcezze, ma lui resiste, anzi, parla delle politiche economiche del governo.
Qualche giorno dopo, una donna viene trovata morta dentro al garage dove Macheath e Polly si sono sposati e uno dei mendicanti dice a Peachum di aver visto Macheath girovagare in quella zona con aria losca, la notte in cui la donna è stata uccisa. Peachum lo riferisce a Brown e questi è costretto ad incarcerare l’amico. Sapendo che l’accusa del mendicante da sola rischia di essere debole, Peachum, che vuole Macheath in galera, ma tanto, tanto, tanto in galera, decide di pagare Jenny per mentire a Brown. La prostituta si reca quindi alla polizia dicendo che, sotto l’effetto dell’alcool, Macheath le ha confessato di essere l’assassino. Per Macheath non c’è più scampo e viene fissata la data dell’impiccagione. La notte prima dell’esecuzione, però, viene uccisa un’altra donna; Macheath non può essere stato, perché si trovava in cella. Vicino al cadavere viene ritrovato un oggetto, di sembianze orientali, forse perso dall’assassino. Brown si reca nella cella di Peachum, che attende triste la forca, gli racconta tutto e gli mostra anche l’oggettino. Il volto di Macheath si illumina: quello che Brown ha in mano è un portafortuna cinese, che ha visto nella stanza della prostituta di Shanghai. Lei gli aveva detto che era un pezzo unico e che lo portava sempre con sé.
La polizia si reca dalla prostituta cinese e le domande sul portafortuna la fanno subito innervosire. Nella sua stanza, i poliziotti forzano un baule chiuso a chiave, dove trovano i capezzoli delle donne uccise. La prostituta confessa: uccideva donne e asportava i loro capezzoli perfetti perché aveva il complesso dei capezzoli brutti. Tutta Londra gioisce per l’arresto dell’assassino (o assassinessa? CHIEDERE A BOLDRINI) e viene fissata la data della sua esecuzione. Peachum chiede scusa a Macheath per aver tramato contro di lui, Polly rivolge un poetico “gne gne gne” al padre e Macheath manda definitivamente affanculo il cinese, dato che oltretutto, in settimane di lezioni, non ha imparato nemmeno a dire come si chiama. Nella scena finale, arriva un messo a cavallo, che comunica a Macheath che, dato il suo ruolo nella risoluzione dell’indagine, la regina gli conferisce un titolo nobiliare, un castello e una collezione di nani da giardino.
L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht /// Il mostro scritto da Roberto Benigni e Vincenzo Cerami, diretto da Roberto Benigni
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