Scannatoio
di Donatello Cirone
Nella somma che strazia
e che strappa continua
ho trovato il mio futuro.
Ciò che scompiglia i capelli
lisciati dalla lingua di vacca,
ciò che irruvidisce impallinando
il pelo dell’acqua salata,
ciò che arrotola e sconquassa
il fare angelico dell’uomo
che vive tra i cumuli dello
scarto d’una festa di bianchi,
grassoni fumatori di sterco,
mangiatori d’ossa, bevitori
di sangue scolato dal
catino di raccolta dello scanno.