Le geste et l’oubli
di Louis Watier

Le geste est une prise, quand bien même il s’agit de se déprendre. Que l’on se défasse d’habitudes ou d’objets, que l’on quitte un lieu, une personne, et jusque dans l’ascèse, où l’on se soustrait à la perpétuelle addition des choses, toujours reste présente l’idée d’une conquête : d’un lieu, de soi, des autres. Le geste appartient au temps et on peut le circonscrire dans l’espace – stèle émergeant de cette lente érosion des souvenirs ou de leur obscurcissement subit : l’oubli. D’où parfois son charme violent, parce qu’il nous paraît, au moment où il nous échappe, si étrangement surgi d’un autre sol, d’une autre durée que les nôtres, que, nous surprenant, rien ne semble pouvoir d’avantage révéler les contours de notre silhouette..Continue reading
È il mare che decide
di Donatello Cirone

Il mare si muoveva come doveva e i serra sbrindellavano qualche cefalo uscito dal branco, la canna era ferma. Il cimino leggermente curvo e il filo teso. La polpetta di sarda profumava l’acqua ed eccitava i predatori.
Le pietre si rincorrevano sulla battigia come bimbi all’uscita da scuola. Il vento spirava verso il profondo blu del mare e tutto giaceva stranamente silente. Matteo fissava le capre che leccavano il sale sulle pietre arroventate dal sole. Erminia cercava di sorridere. Magda sofferente per il post-operazione si lagnava mentre un gabbiano senza ali volava cieco verso la discarica.
E In quel preciso momento, il mare aveva deciso. Il mio momento era arrivato..Continue reading
La rivoluzione di un pover’uomo
di Agnese Roda

Quando lo sguardo del sig. Rossi si sporse oltre la tenda che velava la finestra del monolocale in cui viveva da ormai vent’anni, sapeva già che oltre quel pezzo di stoffa sgualcito, non ci sarebbe stato il sole.
Infatti, non c’era.
C’era invece quello che vedeva ogni giorno, un cielo sobrio, grigiastro e nuvoloso. Una tinta indefinita che si confondeva nel cemento grezzo del palazzo di fronte al suo, si mescolava ai palazzi accanto e a quelli di tutto il quartiere, come se qualcuno avesse coperto con una sola pennellata quel pezzo di mondo in cui il Sig. Rossi viveva trecentosessantacinque giorni l’anno, ogni anno.
Pur sforzandosi di guardare bene, il Sig. Rossi non trovava nulla di diverso dal solito. Di fronte a lui solo altri blocchi di cemento, pezzi di un puzzle della stessa dimensione che
s’incastravano tra di loro senza sforzo. Perfino le tende erano uguali, di quel bianco spento..Continue reading
Cristo era una Donna
di Donatello Cirone
Ho visto donne zampettare
su petti pelosi e molli,
ne ho viste alcune arrampicarsi..Continue reading
Un carico di lettere vuote
di Alessandro Xenos
«Un carico di lettere vuote
si muove lungo le coste occidentali
della nostra isola..Continue reading
Πνεῦμα
di Emanuele Martinuzzi
Dimmi l’enigma,
folle piuma
a digiuno..Continue reading
Notte stellata
di Emanuele Martinuzzi
Dopo il tramonto
occhi socchiusi
assorti nelle grevi nubi..Continue reading