Numero 59 – Febbraio/Marzo 2020

La mano straniera

da “Il Canto dell’eternità” di Francesco Conti

 

È la mano straniera
nel crepuscolo del senno
bagnata dal sole.

Potessi intingere il silenzio
nell’oscuro calamaio informe!

Sul trono purpureo e diafano
ciondola la mia lingua
biforcuta che ti sussurra:
vieni, o ambasciatrice di fuggevoli tesauri!

Il mondo è un catalogo riscritto
ogni giorno che le falangi
sopportano appena.

Ma è la mano straniera
nel crepuscolo del senno
bagnata dal sole.

Accantono le illogiche logiche
le parabole biologiche
e le perverse meccaniche:
absolvo le malizie di automi
sui flutti dell’ubiquo
timoniere silenzioso.

Nelle mistificazioni dello spirito
diedi un nome – vento nel vento – al vento,
su per le altalene della bonaccia
a fianco del cieco rapace.

Ho rubato un’eternità a Dio.



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