L’Edera
da “Il Canto dell’eternità” di Francesco Conti
Osserva –
attecchisce l’edera
sui midolli epilettici
parodia di una stella –
osserva assestare
gli antropici parossismi
delle materie sbilenche.
Sterilità:
disfaremo su dai monti
policromi e ardenti
gozzi e bave di cera.
Lo scalpello tratta
la resa della forma.
Vuotano le damigiane
i macigni del congegno
i velli d’Argo.
La sua vela – seno
alla prole anonima –
spiega senza remore
al turbine del dato.
L’acume è vicario del disatteso:
scioglie le fune centripete
del malevolo cilindro.