Numero 57 – Dicembre 2019

Aurea Mediocritas

di Mariachiara Lobefaro

 

Vivevo in una squallida soffitta

dai debiti e dall’affitto afflitta.

Così, quando m’apparve Spiritello

pensai: «Mai fu giorno più bello!

Egli è folletto della prava gente

e ne soddisfa i desideri eternamente.»

Tosto gli indicai la libreria:

«Che non sia fiction, ma la vita mia.»

Spiritello, solerte, mi fece il servizio

e la stramba avventura ebbe inizio:

non fece in tempo ad alzare un dito

che già mi ritrovavo in Regno Unito.

Baker Street! E Sherlock, allampanato:

quanti pomeriggi m’aveva allietato!

Davanti al detective indefesso

sedeva, abbruttito, un reo confesso.

Esclamai: «Di certo questo losco figuro

avvelenò la nonna col cianuro!»

Holmes: «Amica, perdona la delusione:

ma tentò solo un furto all’assicurazione.»

Prima che la banalità mi incupisse

ero a Verona, come il Bardo la descrisse.

E a Romeo, e alla sua Giulietta

rivolsi la domanda a me sospetta.

«Mi svelate l’eterno arcano

dell’amore oltre i confini dell’umano?»

«Più che amor spirituale

mosseci invero la passion carnale.»

A Romeo, che così aveva parlato

si aggiunse di Giulietta il belato.

Sospirai, chiusi gli occhi, e quando li riapersi

ero in un bosco dai rami più diversi:

riconoscere di Sherwood la foresta

mi rese tutt’un tratto meno mesta.

A Robin, e al suo arco là vicino,

m’ avvicinai come ad essere divino.

«Tu, che per i poveri rischi la prigione,

se il mio esempio di moral tensione;

cedendo il bottino ai male in arnese

decostruisci l’etica borghese!»

«Beh, per dirla fuor dai denti

puoi tenerti i tuoi complimenti.

Quest’anno, le gabelle di Re Giovanni

mi han cagionato troppi, troppi affanni:

e le refurtive me le tengo strette

se voglio pagar dazi e bollette.”

«Spiritello!»  esclamo «Spiritello tristo!

Il tuo insegnamento, ora, capisco.

Quel che la pagina rese accattivante

dal vivo non è poi così brillante.

La vita! Realizza poco e promette tanto!

È per questo che di sogni mi ammanto.

Rendimeli, i libri e le illusioni:

in cambio, non farò più paragoni.»

Mi svegliai. Il gallo avea cantato…

Tutto uguale, pure il pigiama rammendato.

Benedicendo la mediocrità dorata

cominciai, tra gli sbadigli, la giornata.

 


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