In altre parole di Eva Luna Mascolino
Uso della Torre Eiffel per il 1900 (Alphonse Allais)
Al rischio di provocare un grande dolore a Maurice Barrès, le pubbliche autorità sembrano pronte a realizzare un’Esposizione Universale nell’anno 1900.
Non dirò niente di nuovo a nessuno aggiungendo che queste magnifiche giostre dell’industria internazionale saranno ospitate nei quartieri del Campo Marzio, del Trocadero e degli Champs–Elysées.
Si arriverà addirittura – mi viene da piangere – ad abbattere quella meraviglia di grazia e progettazione chiamata Palais de l’Industrie.
La questione della soppressione della Torre Eiffel ha scatenato non poca agitazione ai piani alti. (Può perfino darsi che quei piani alti non fossero altro che la terza piattaforma della torre stessa.)
Ne hanno discusso a lungo, a quanto pare.
Alla fine, dopo la riflessione di uno spirito giudizioso sul fatto che il consiglio della Legion d’Onore aveva lasciato la sua rosetta a Monsieur Eiffel, e che anche la sua torre si sarebbe potuta tenere lì, è stato deciso che non era ancora il momento di smontare quell’edificio metallico.
Venendo a sapere di questa risoluzione, il mio amico Capitan Cap sorrise sotto i lunghi baffi, svuotò il calice che aveva accanto e disse:
– Ho un’idea!
– Mi avrebbe stupito il contrario, Cap!
– Un’idea per rendere utile questa stupida torre che nel 1889 era una valida dimostrazione industriale, ma che ora è diventata così perfettamente inutile.
– Che poi l’abbiamo vista a sufficienza, quella Torre Eiffel!
– L’abbiamo vista fin troppo! Teniamocela, d’accordo, ma diamole un altro aspetto.
– E se la capovolgessimo, con la testa in basso e i piedi in alto?
– È esattamente quello che ho pensato io. Ma la mia idea non si ferma qui.
– La sua idea, Cap, non può fermarsi! Non conosce limiti, come il tempo e lo spazio!
– Grazie, ragazzo mio!… Dunque, giriamo la Torre Eiffel e la piantiamo a testa in giù, con le zampe all’aria. Dopodiché, la avvolgiamo in uno strato di magnifica ceramica, decorativa e perfettamente impermeabile.
– Bravo, Cap!… E poi?
– E poi, quando il complesso è perfettamente impermeabile, installo dei rubinetti alla base e li riempio di acqua.
– Di acqua, Capitano? Che orrore!
– Sì, di acqua… Naturalmente, prima di questa operazione, avrò liberato la torre dalle costruzioni in legno e, in generale, da tutti i materiali organici che potrebbero alterare la mia acqua. Capisci, adesso?
– Capisco o credo di capire che esporrà all’ammirazione delle masse una sontuosa tazza quadrangolare alta 300 metri.
– Una tazza piena di cosa?
– Una tazza piena di acqua.
– Di acqua… di che tipo?
– Ho capito!… Di acqua ferruginosa. Ah! Cap, lei è un genio!
– Sì, di acqua ferruginosa gratuita, a disposizione dei nostri contemporanei anemici. Tra qualche anno tutta questa massa di ferro, che si sarà sciolta a poco a poco nell’acqua delle piogge, sarà arrivata nel corpo dei parigini, dando loro forza e salute…
– E se, invece dell’acqua, mettessimo del gin, Cap, del buon vecchio gin?
Il Capitano mi rispose severamente:
– Il gusto del gin non si sposa bene con il gusto del ferro.
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Eva Luna Mascolino ha 24 anni e si è specializzata in Traduzione alla Scuola per Traduttori e Interpreti di Trieste nel 2018, concludendo gli studi con il massimo dei voti. Ora è una traduttrice e interprete freelance, che coltiva il sogno di portare (o riportare) in Italia opere letterarie da tutte le lingue che conosce. Ogni mese tradurrà per noi un racconto dall’inglese, dal francese, dallo spagnolo o dal russo, accompagnandoci alla scoperta di culture, periodi storici e generi sempre diversi fra loro.