In quel giorno tranquillo
di Paolo Pitorri
In quel giorno tranquillo
la terra cattiva e carnivora
mise un cappio al mio collo.
Ancora oggi quel giorno mi tira
come un cane – verso l’oscurità,
verso la nascita.
Quel buio l’ho toccato
uscendone senza respiro
masticando la terra:
ho visto denti mischiarsi ai sassi
le radici contorcersi nelle braccia dei morti
nell’elogio distruttivo della vita:
la metamorfosi della morte
la resa dei sorrisi dei pini
il nido dei vermi nella crepa del marmo
la luce negli occhi di Icaro.
Ho visto il nostro più bel fiore
nascere altrove, ma io
con le mie ali di cera,
sono pronto all’Apocalisse.