Numero 48 – Novembre 2018

X agosto

di Lorenzo Mandalis

 

“Lago Misurina #1” di Antonio Pacchiano

Di opaco c’erano solo i miei pensieri.

Risalimmo la collina per san Lorenzo.

La strada era uno di quei viottoli

sconnessi e sterrati pieni di buche

e sterpaglie. Una di quelle vie

ignote che necessitano di buoni

ammortizzatori per essere attraversate.

Oggi, con una strada come quella,

di metafore riuscirei a trovarne

anche troppe.

Le simbologie d’altronde c’erano già tutte:

la notte; la strada; i sassi; le stelle; il silenzio;

la fatica dell’ascendere.

Ma allora era diverso. C’era un presente

descritto dal nostro passo pesante sui sassi;

da una notte di grilli. Si vedevano sparute

le luci accese di qualche rustico lontano:

finestre che nascondevano altre famiglie

altre somiglianze e dolori da tacere.

Nessuno di noi tre aveva necessità

di adattarsi ad una qualche allegoria

e non ricordo per quale motivo la terra

mi apparisse allora tanto concava,

inevitabile come il fato e la sorte

di un eroe troiano.

La stella bruciò in fretta. Ci fu un condiviso

stupore per quel taglio dell’ombra.

Siamo rimasti lì ancora un poco

con gli occhi rivolti alle costellazioni e ai pianeti.

Poi ce ne andammo. Ognuno

col suo desiderio ed un segreto.

Se sia riuscito a trovare

la chiave del tempo in quella via

o la porta per arrivare ad una vita diversa

non mi è dato sapere. Ogni cosa da allora

ha comunque trovato il modo di raggiungermi.

 


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