Disperata d’amore
di Nicolò Monti
“Questa volta ho sbagliato qualcosa. È strana.”
Gli si avvicina.
“Prendine un pezzo. Assaggiala.”
Il marito si limita a guardarla
perché di torta proprio non ne ha voglia
vuole solo finire le ultime pagine del libro e andare a letto
magari bere una tazza di tè o di caffè ma poi andare a letto
senza pensare o parlare
perché ha lavorato e ha pensato tutto il giorno e ora è tardi.
“No, adesso non mi va.”
Sa bene che se la prende per questo genere di cose,
allora cerca di rabbonirla con un sorriso.
Gira la pagina e quando solleva lo sguardo
si accorge di averla indispettita.
“Domani mattina l’assaggerò di sicuro. La tua torta al cioccolato mi piace da matti.”
La moglie si alza in piedi e apre l’anta della dispensa per recuperare due bustine di tè
poi mette l’acqua all’interno del bollitore e torna a sedere
in attesa di sentire l’acqua gorgogliare.
“Eppure ho seguito la ricetta.”
Con il dito lucido di saliva raccoglie alcune briciole marroni sul tavolo e se le porta alla bocca.
“Come sempre.”
L’acqua incomincia a bollire.
“Che poi, non capisco perché è venuta così amara.”
Proprio non si dà pace.
“La ricetta cosa dice?”
“L’ho seguita riga per riga, la ricetta. E sono anni che la seguo
anche se ormai la conosco a memoria
proprio per evitare situazioni come questa.”
Il marito chiude il libro. Il tè è pronto e delle ultime tre pagine che ha letto
non ricorda nulla. È difficile concentrarsi questa sera.
Versa l’acqua nella tazza e annega la bustina di tè.
Prende una forchettata di torta e se la infila in bocca.
“Non è affatto male.”
Ora ha un sentore di nausea.
“Però è amara.”
Annuisce. “Sì, un po’ lo è.”
Soffia sulla sua tazza di tè e l’odore di cioccolato sparisce
lasciando spazio a quello del tè al limone.
“Domani la rifaccio.”