La canzone che dovrei conoscere
di Nicolò Monti

Eccoci lì, seduti al tavolo del tuo salotto
le posate unte e sporche tintinnano
ai lati dei piatti colmi di avanzi.
Una forchetta osa cadere sul pavimento
ed ecco un dei tuoi cani
che dopo aver leccato i rebbi
è ancora più affamato e insoddisfatto di prima.
Chiede altro cibo e tu lo accarezzi e
lo distrai, mentre con l’altra mano
rimetti la forchetta sul tavolo.
Accendi lo stereo e qualcuno incomincia a cantare
e sopra quella voce se ne sente un’altra,
che non viene dalle casse ma dalla mia destra.
È la voce che non sopporto
mascolina ma delicata, e per di più
azzecca ogni singola nota.
Continua a cantare
e se c’è una cosa che proprio non reggo
è il suo accento.
“Possibile che non la conosci?” mi chiede.
Sbruffone.
Io non so cosa dire, da che parte guardare
o dove scappare. Mi limito a scuotere la testa.
Persino F., seduto su una sedia
dall’altra parte della stanza
segue fischiettando l’aria della canzone.
Poi prendi le mani del tuo ragazzo e lo fai alzare
finalmente ha smesso di cantare.
Ballate e sembrate felici e innamorati
nel frattempo a me è venuta la nausea e
non riesco proprio a essere contento per voi.
Lui torna a sedersi
incroci il mio sguardo e ti avvicini.
Non farlo, penso.
Tu chiaramente non leggi nel pensiero
e lo fai: prendi le mie mani e mi tiri su di peso.
Ora stiamo ballando io e te e non è così male.
È bello solamente se non penso a chi abbiamo intorno.
Finisce la canzone e io torno a sedermi.
Il tuo ragazzo si avvicina
mi osserva meravigliato.
“Come fai a non conoscere questa canzone?”