Mi muovevo, quella sera, e c’era vento
di Gregorio Volpi

Mi muovevo, quella sera, e c’era vento,
e, timida, nei vicoli e nei bar
ti fermavi, poesia, e da lontano mi vedevi,
sanguinante in gola per un verso mancato.
Ormai, per me, taceva ogni rumore, e dai bicchieri,
pieni, effondevano colorate luci,
ove io ti leggevo, mia poesia,
sulla tua piccola sedia; e non la toccavi,
aleggiavi. E con le montagne e le piante
germogliate, e con tutto ciò che piace a me,
m’aprivi gli occhi; e, con questi, il cuore.
Ti alzavi: io questa pesca, che così morbida
è, come appare, a carezzare m’accingevo.
E m’avvicinavo e ormai sentivo
lo sfogliare delle carte su cui eri scritta,
mia poesia.