Le api sorridono anche di notte

Il gabbiotto era accogliente. La sedia, sulla quale era seduta, era morbida, sembrava volesse accarezzarla proprio come un paio d’anni prima aveva fatto Antonio poco prima di lasciarla per sempre. Era andato via Antonio, in Messico, ed era morto lì, stroncato da un’infezione. Nessuna morte eroica, come dovrebbero morire i giovani, ma una morte come tante altre.
Sorrideva sempre Antonio, una risata felice e delicata come il ronzare delle api in cerca di fiori. Le piaceva immaginarlo felice proprio tra gli alveari, tra quelle creature che tanto amava, a gustarsi il miele che con tanto amore avrebbe confezionato.
Si erano salutati teneramente come fanno due che si amano veramente, romanticamente come si salutano solo quelli che sono incappati in un amore impossibile, uno di quegli amori che nascono con la stella del desiderio, un amore che si consuma velocemente. Si erano amati con la consapevolezza che tutto sarebbe stato impossibile, che tutto sarebbe finito…Continue reading
Vladimir’s blues
di Eva Luna Mascolino

La tua ultima lettera non l’ho ricevuta. Sono passati sette giorni da quando ho imbucato la mia e di solito ne bastano altri tre o quattro, perché il postino mi restituisca un frammento nuovo di quello che un giorno sarà il nostro grande quadro personale. Il nostro puzzle disperato, alla ricerca di un’unità di senso che forse non ci appartiene e che nessuno ci ha mai promesso. La risposta a una domanda che ostiniamo a non porci, e che tuttavia striscia con insolenza fra gli spazi bianchi di cui riempiamo i nostri fogli.
L’inchiostro è una copertura. Ci diciamo sciocchezze, ci confidiamo informazioni senza valore, nella speranza che, se intercettati dall’esterno, nessuno si insospettisca della nostra corrispondenza. La vera intimità la costruiamo, mattone dopo mattone, in mezzo alle righe. Fra le virgole ci sono dei sospiri, dopo ogni punto il desiderio di un bacio. Rabbrividiamo nel comporre un punto interrogativo…Continue reading
Domani
di Sabrina Maio

Domani morirò. Oggi, però, non ne ho la più pallida idea, e forse dovrei. Tante strane idee per la testa e tanti i presagi: uccelli neri in cielo, più del solito, giù in picchiata per poi vederli schizzare in alto all’improvviso. Così avrei voluto la mia vita. L’avrei desiderata sbalzata sempre in avanti, seguita da tonfi pazzeschi. O forse ancora più diversa. Avrei potuto essere, che so, un buon meccanico, sotterrato sotto un auto a prendermi quel tanfo di olio e velocità che tanto piace. Entrare nell’ingranaggio della potenza e della velocità. Capire finalmente che senso ha il correre, il fare prima. Invece no. Mi sono fermato spesso prima del traguardo. Da troppo tempo ho preso l’abitudine di lasciare che tutto avvenga. Lascio andare. E oggi non ho voglia di parlare. Sono, non so, come stordito e innervosito dagli altri. Non voglio sentire più parole. Mi affollano. Ho finalizzato la mia esistenza, a pensarci bene, affinché ci fosse silenzio nelle mie stanze e nei miei pensieri…Continue reading
Son tre giorni che non la vedo
di Gregorio Volpi

Son tre giorni che non la vedo
ed è come se piovesse ad agosto.
Son tre giorni che non la vedo
e che penso di portarla in un bel posto.
Son tre giorni che non la vedo
ed è come se mi fossi nascosto
in un brutto posto
ad agosto.
È ottobre
e rimugini ricordi lontani
e poi mi racconti da dove vieni.
Ci penso, mentre girovago a piedi
e mi chiedo perché tu non vedi
che i nostri sguardi…Continue reading
Mattine di giugno
di Elena Ramella

Avevo rimesso piede in quella stanza
che pensavo non avrei mai più rivisto,
togliendomi le scarpe dove iniziava il parquet,
ai piedi del letto.
In una frazione di secondo
il tempo si era riavvolto su se stesso,
i mesi passati
si erano accartocciati
come foglie secche,
sbriciolati,
annullati,
come se non fossero mai
davvero trascorsi,
come se io fossi sempre stata
in quella stanza.
Mi ero seduta sul letto,
ed eccolo…Continue reading
Nevischio
di Nicolò Monti

Rimango a guardare le macchine parcheggiate sotto casa
La maggior parte delle persone che spuntano da esse sono stanche morte
lo si vede da come camminano e dai loro sguardi
bassi
rivolti al telefono o a quella chiave che i guanti ingombranti
non riescono proprio a separare dalle altre.
Vogliono entrare in casa senza troppi se e senza troppi ma.
Dalla moglie, dal figlio.
Ma solo alcuni non vedono l’ora.
Non la donna che sa che dovrà preparare la cena per tre figli e per il marito che deve ancora rientrare
oppure il sessantenne sposato con la bionda del palazzo di fronte
beccato a passeggiare e a baciarsi con una mora…Continue reading
Le mura alte
di Valentina Casadei

Mura
Di palazzi e rovine
Si ergono
Con la velocità delle api
Di posar di fiore in fiore.
Mura grigie
Alte
Pesanti
Mura bieche
Mura cieche
Mura pagliacce
Troposfera.
La temperatura decresce
E le mura continuano
Si innalzano
Vi fuoriescono…Continue reading
Fen(l)ice
di Enrica Gatti

La coperta di polvere
sotto la quale fui giaciuta, assopita
divenne leggera, poi velata
sciolti i nodi
ad ogni laccio
avevo ritrovato
il mio solo abbraccio
soffiata via
con lo sbiadire della memoria
dei suoi intrecci
luci di ricordi
acque di sapori misti lacrime e odori
risveglio, raggomitolata
assorta…Continue reading