Onestà intellettuale – Prima parte
di Ferdinando Morabito

Quando aprì gli occhi, Eduard non riconobbe subito il luogo in cui qualcuno lo aveva trascinato. Legato, imbavagliato, si scoprì più curioso che angosciato per quella situazione capace di spaventare a morte chiunque. Nemmeno il piccolo rivolo di sangue che gli stava colando dal sopracciglio destro, accarezzandogli la bocca, aveva il potere di inquietarlo.
Poco a poco iniziava a ricordare qualcosa, dopo i primi momenti di stordimento immediatamente successivi al risveglio.
Qualcuno lo aveva prelevato con la forza dal suo ufficio, mentre lui era intento a scrivere un’email, neanche troppo importante, a un suo vecchio cliente. Si ricordava di esser stato da solo, in quel momento, per cui probabilmente nessuno lo aveva visto, né sentito. Chissà se adesso qualcuno lo stava cercando, chissà da quanto tempo era lì, seduto e impossibilitato a muoversi e a chiedere aiuto, in quel posto misterioso.
Ricordò di aver sentito un rumore improvviso e insolito e che, prima di rendersi conto di cosa stesse accadendo, qualcuno comparso alle sue spalle lo aveva colpito sopra l’occhio destro, stordendolo, nell’istante in cui lui si stava girando di scatto. In uno stato di semi-incoscienza, come quando si sta sognando qualcosa e si ha netta la percezione che ci si sta per svegliare ma il corpo sembra non obbedirci, rifiutandosi di muoversi, egli aveva capito che qualcuno, probabilmente due uomini, stavano per portarlo via dalla stanza dove passava gran parte della propria giornata, per condurlo in un altro luogo.
Sapeva di essere da tempo nel mirino, da quando la sua società aveva fatto registrare un fatturato da capogiro, grazie alle strabilianti manovre del titolare dell’azienda, un suo zio paterno ambizioso e senza scrupoli. Ciò aveva generato le ire di alcuni ex soci, divenuti nemici giurati di quell’uomo abile e spietato e passati alla concorrenza senza però riuscire a scalfire il successo del loro avido avversario.
Eduard guardava con un certo distacco alle dinamiche in corso: diventare ricco non gli interessava granché. Lo zio però, scorgendo in lui il miglior alleato possibile, tanto preparato quanto ingenuo, gli aveva dato una posizione di assoluto rilievo, facendone di fatto il suo braccio destro, nonostante il timido tentativo di rifiuto del nipote. Tuttavia, l’investitura ufficiale ebbe luogo durante una cena di gala appositamente organizzata dallo scaltro imprenditore, che aveva finto di lasciare al nipote una settimana di tempo per decidere se accettare o meno il prestigioso incarico, e che in realtà, due sere dopo la proposta da capogiro fattagli, lo aveva presentato davanti a migliaia di persone come il numero due della società. Sapeva bene che Eduard non avrebbe mai avuto la forza, il coraggio e la lucidità per tirarsi indietro davanti a tutti, sconfessando pubblicamente quello zio invadente e dispotico, sebbene premuroso e sempre presente, che lo aveva allevato quando suo padre, il solo genitore che egli avesse conosciuto, era venuto a mancare.
Eduard sapeva bene che nonostante tutte le rassicurazioni dello zio c’era da avere paura. Improvvisamente, egli si trovava al centro di un colossale giro di denaro e di rancore, in un gioco pericoloso al quale mai avrebbe voluto prendere parte.
Adesso tutto sembrava tornare lentamente a galla nel suo tentativo impacciato di ricostruire le ultime ore della propria vita. Stava ragionando sulle possibili cause di ciò che gli era appena accaduto, quando rabbrividì ascoltando un diverbio acceso in una stanza contigua, relativo alle possibili conseguenze.