Numero 25

Feuilleton Il passaggio in macchina – parte quattordicesima

di Alessandro Xenos

Episodi precedenti

 

Lontano da ogni strada di Nicola Lonzi
“Lontano da ogni strada” di Nicola Lonzi

 

«Siamo all’altezza di Orléans, tra meno di due ore arriveremo a Montreuil. Tutto bene! Baci». Inviando questo semplice messaggio, Claire aveva voluto rassicurare Estelle per farle capire che avrebbe gestito la situazione al meglio, non poteva immaginare che proprio quel sms l’avrebbe messa in casini ancora più grandi.

Nicolas guidava con l’esperienza di un camionista a fine carriera, lo sguardo dritto e il pensiero altrove, con il vantaggio di non avere ancora abbastanza chilometri sotto il sedere per accusare quei maledetti dolori lombari di cui soffriva suo padre. La radio passava Demain c’est loin di IAM, la strada era sgombra e Claire parlava a ruota libera della sua teoria sulla generazione dei quasi. Quasi studenti, quasi commessi, quasi inventori, quasi ingegneri, quasi indipendenti, i suoi coetani, diceva, sono combattuti tra l’idea di sregolatezza degli anni ottanta e l’austerità dei duemila, la realtà nei maggior parte dei casi non era un ostacolo in sé, ma pochi osavano scontrarcisi. Lei invece sarebbe presto partita in Namibia per studiare il popolo Herero e nessuno glielo avrebbe impedito, avrebbe trovato il modo di finanziare il suo viaggio. Nicolas non mise in dubbio le teorie socio-economiche di Claire, ma gli venne da pensare che l’età adulta fosse per lei ancora un enigma, nonostante avesse due anni in più di lui. Ammirava il suo spirito e le sue storie di viaggi e gli venne da sorridere quando gli parlò degli Herero, lui non sapeva nemmeno dove si trovasse la Namibia. Per qualche minuto viaggiarono con la mente leggera, ridendo delle rispettive ambizioni e degli stereotipi sui trasportatori funebri. Nicolas conosceva anche qualche barzelletta che aveva sentito dai colleghi, ma a detta di Claire erano barzellette a cui solo i morti e i becchini potevano ridere. L’orologio segnava le 21 e 55 e nessuno dei due aveva ancora pensato a mangiare, la conversazione era una pillola zuccherata. Quando il telefonò suonò li prese alla sprovvista, non stavano aspettando chiamate. Vedendo il nome sullo schermo, Claire si rassicurò, è Estelle, vorrà dirmi come procedono le sue ricerche.

– Claire?
– Sì? Chi è, chi parla?
– Non è importante, volevo solo dirti che Estelle e Sebastian sono qui con me e stanno bene.
– Non capisco, ma chi sei?
– Diciamo che sono quello per cui stai lavorando in questo momento e sei non fai quello che ti dico finirà male per te e i tuoi amici. Adesso passami il becchino.
– Nicolas?
– Chi altro sennò? Passamelo!
– Va bene, va bene, te lo passo.

– Pronto?
– Stammi bene a sentire piccolo stronzo, adesso andate a Montreuil all’indirizzo che ti è stato dato e non fate cazzate. Appena avete finito tornate indietro e venite direttamente da te, sono stato chiaro?
– Chiaro, non ti preoccupare, andrà tutto liscio.
– Lo spero per te. Un’ultima cosa, le hai parlato della coca?
– No, no.
– Sei sicuro?
– Sicurissimo, non ne ho parlato a nessuno.
– Lo spero per te.

Questo lo ha già detto, pensò Nicolas, ma non ebbe il tempo di replicare, Ruben aveva già messo giù.

– Siamo nella merda.
– Chi era?
– Non hai capito? Era Ruben, il nuovo capo della cité Polie e se non ci muoviamo ci farà la pelle.
– M’ha detto che Estelle e Sebastian sono con lui, li sta tenendo in ostaggio, cosa c’entrano loro con Ruben e con il cadavere?
– Cazzo, cazzo, cazzo!
– Nicolas?
– Non lo so, non lo so, cazzo, cazzo, cazzo!
– Guardami! Che cosa c’entra Ruben con questa storia? Lo conosci?
– Non lo conosco, ma ne ho sentito parlare e ti assicuro che se qualcosa va storto domani non saremo qui per raccontarlo.
– Gli hai detto che non ne hai parlato a nessuno, di cosa, cos’è che non devi raccontare?
– (emettendo un piccolo sbuffo) Di Miguel Negredo, del cadavere insomma, è meglio che non sappia che tu sei al corrente, ammesso che ci creda.
– Non ci crederà mai!
– Ecco infatti, sarebbe meglio che tu ti fermassi un po’ a Parigi dai tuoi genitori, ti ci accompagno appena siamo in città.
– Non esiste che ti lasci da solo in quest’affare, vengo con te a Montreuil.
– Scordatelo, è troppo rischioso, dove stanno i tuoi?
– Stanno a Bagnolet, a due minuti da dove dobbiamo andare. Ti accompagno e resto in macchina, ti prometto che non dirò niente. E poi l’hai detto anche tu che se non ci muoviamo ci farà la pelle.
– Mi prometti che starai buona in macchina e non fiaterai?
– Promesso.

Sfortunatamente Claire aveva un’idea della promessa tutta sua, ereditata probabilmente dai suoi antenati mercanti e marinai di origine bretone. La notte si annunciava più lunga del previsto.

 

(continua sul prossimo numero)


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