Feuilleton Il passaggio in macchina – parte tredicesima
di Alessandro Xenos

Tornarono a sedersi sul divano in attesa della sentenza, con la testa bassa e lo sguardo fisso di chi cerca una soluzione per espiare le proprie colpe. Essersi introdotti in casa di uno spacciatore ficcando il naso negli affari di un boss era di per sé un fatto assai grave, ma aver compromesso la relazione tra Sebastian e Ruben rischiava di mettere in pericolo la vita di tutti loro, Claire compresa. Nessun dilemma del prigioniero, nessuna via d’uscita, per Adrien il rintocco della tragedia avrebbe scandito inesorabilmente il suo futuro, come un condannato prossimo alla pena capitale. Ogni rumore lo faceva letteralmente trasalire e sentì di perdere i sensi quando una motocicletta passò nella strada a fianco. Estelle dal canto suo, pur rendendosi conto della gravità della situazione, non poteva fare a meno di riflettere a un modo per tirarsene fuori. D’istinto si sarebbe gettata hic et nunc in un moto di ribellione lanciando il primo oggetto a portata di mano, ma vedendo l’ansia di Adrien crescere di secondo in secondo si calmò e prese la sua mano per rassicurarlo. Rimasero in silenzio qualche minuto, cercando di darsi forza l’un l’altro, ognuno immerso nei propri pensieri.
Jérôme stava seduto di fronte a loro, con un piede appoggiato sul tavolino di vetro e una sigaretta in mano. Il suo volto si era trasformato, il sorriso gentile che li aveva accolti qualche minuto prima aveva preso la forma di un ghigno arido di sfida, solo il suo sguardo vuoto e indecifrabile era rimasto immutato, come se avesse semplicemente cambiato maschera.
– Siete fortunati, Ruben mi ha fatto promettere di non toccarvi fino al suo arrivo. Questo non vuol dire però che non mi possa divertire.
Così dicendo tirò fuori dalla tasca un coltello a serramanico e lo puntò verso Estelle simulando un’incisione sulla sua fronte.
– Potrei lasciarvi un bel ricordo di questa splendida giornata, ma poi chissà, magari stanotte non ci sarete più… Che ne dite, volete un piccolo regalino prima di morire?
– Sì, facci un bel regalo, ammazzati! disse Estelle sputandogli in faccia.
La fronte del ragazzo si gonfiò deformando ancora una volta il suo viso in un’espressione di orgoglio furioso. Lasciò cadere il coltello a terra e a mani chiuse iniziò a colpire il volto di Estelle. Una, due, tre volte. Quando Adrien provò a prestarle aiuto lo spinse contro il tavolino di vetro facendolo cadere a terra e senza esitazione iniziò a prenderlo a calci sullo stomaco. Poi raccolse il coltello e tornò verso Estelle ondeggiando la testa al ritmo del brano sparato a tutto volume dalle casse. 135 BPM e un buona quantità di cocaina per sentirsi come un dio. Dischiuse le labbra per annunciare qualcosa, ma il suono del campanello lo interruppe. « Proprio sul più bello ». Andò ad aprire.
Dietro la porta lo aspettava un omone magro dalle mani grandi e venose e un muso furbo da donnola. Ruben entrò nella stanza accompagnato da Sebastian e quando vide la scena prese Jérôme per il bavero.
– Cretino! Non ti si può fare affidamento, sei un fottuto drogato!
Nel frattempo Sebastian si era già precipitato verso Estelle stringendola tra le braccia. Si girò verso Ruben.
– Che cazzo succede? Che ci fanno loro a casa di questo malato di mente?
– Siediti, dobbiamo parlare.
– Parlare di cosa? Io l’ammazzo!
– Ho detto siediti! (alzando il tono della voce)
Sebastian prese Adrien per il braccio e lo aiutò a sistemarsi sul divano, poi si sedette tra lui e Estelle in attesa di una spiegazione. Non riusciva ancora a realizzare l’accaduto. Ruben si servì un bicchiere d’acqua, poi schiarendosi la voce cominciò il suo interrogatorio.
– Vedi Sebastian, ti ho fatto entrare nell’affare perché ti considero come uno dei nostri, quindi possiamo dire che qui oggi stiamo facendo una vera e propria riunione di famiglia. A parte per il cieco, lui non lo conosco.
– Mi chiamo Adrien e per te sono un non-vedente.
– (scoppiando a ridere) Benissimo, piacere Adrien. Allora adesso mi spieghi perché tu e la tua amica ficcate il naso nei miei affari.
– Non sapevamo che fossero affari tuoi.
– Ammettiamo anche che sia vero, cosa sapete allora?
– Sappiamo che smerciate cocaina ed era tutto quello che volevamo sapere. Estelle era inquieta per Sebastian, si chiedeva dove fosse e cosa facesse, per questo siamo qui.
– E così eri inquieta, non vuoi che il tuo Sebastian spacci? Ma questo lo sapevi già no, cos’è che ti preoccupa? (rivolgendosi a Estelle)
– Mi preoccupo per la sua vita, non voglio che si metta in pericolo per gente come te.
– (abbozzando un sorriso) Fino a questo momento l’unica persona che ha messo in pericolo la sua vita sei tu, venendo qui, andando in giro a fare domande, mettendo in ridicolo il mio fratellino…
– Per quello mi dispiace, non volevo metterlo in mezzo, ma non ho avuto scelta.
– Sapevi quali sarebbero state le conseguenze, eppure ci sei andata lo stesso, spiegami perché.
– Te l’ho detto, volevo sapere cosa trafficava, non si fa mai sentire e quando c’è non resta mai più di un giorno.
– Sebastian, cosa hai da dire a riguardo?
– È vero che non mi faccio sentire quanto dovrei, ma ho troppo lavoro da fare, non ho tempo. E lo sai com’è fatta Estelle, è impulsiva e curiosa, se pensa che le si nasconda qualcosa andrebbe fino in capo al mondo per scoprire di cosa si tratta, ma per favore, non farle del male, ti prometto che da oggi in poi non ficcherà più il naso nei tuoi affari.
Nell’istante esatto in cui finì la frase il telefono di Estelle emise un lieve, ma ben udibile bip.
– Leggi il messaggio ad alta voce, le intimò Ruben.
La ragazza tirò fuori il cellulare dalla borsa e rivolse lo schermo verso di lui.
– Un messaggio della mia amica Claire che mi dice che va tutto bene.
Bluff. Nelle serie tv funzionava sempre e ormai poteva solo perdere tutto oppure guadagnare la libertà.
– Passamelo, fammi leggere la conversazione.
Non era così stupido come immaginava, Ruben avrebbe scoperto il vero motivo della loro visita e le conseguenze sarebbero state infauste. Il rintocco della tragedia ormai batteva più forte del cuore di Adrien.
(continua sul prossimo numero)