Le ultime cispe di marzo
di Riccardo Socci

Le ultime cispe di marzo
te le sfilo con cura
dagli occhi, come virgole di troppo.
Dai fossi i lombrichi
in silenzio riprendono l’ascesa,
sotto cespugli rattrappiti
e un pigolio di elettrodotti.
Ci pesa al collo questo tartagliare
di linfa, sentire le arterie
gonfiarsi a rilento.
Fosse per me,
ti sveglierei una volta soltanto,
con le persiane ancora chiuse.
Ti direi buongiorno
e non sapresti mai
quanto sonno ci vuole
per far nascere un fiore.