Feuilleton Il passaggio in macchina – parte decima
di Alessandro Xenos

Claire le raccontò per filo e per segno tutto ciò che era succcesso da quando aveva lasciato Montpellier. Il furgoncino grigio, le risposte laconiche di Nicolas, il controllo della polizia, la reazione del ragazzo e l’inaspettata confessione che ne seguì. Si attese ai fatti e omise i dettagli riguardanti le proprie impressioni, come se si trattasse di un vero verbale della polizia. Arrivata in fondo si stupì della precisione del proprio resoconto. Dall’altro capo, Estelle ascoltò con attenzione senza interromperla e quando Claire ebbe finito, la ringraziò di cuore e riattaccò. La telefonata durò più di dieci minuti, ma Estelle non fece cenno alle sue ricerche. Le passò di mente. Le informazioni appena ricevute la isolarono da tutto ciò che la circondava, le persone, la musica, le auto che passavano, niente di ciò che le stava intorno riuscì a distrarla. Quando tornò in sé si accorse che Adrien le stava parlando, probabilmente da qualche minuto. Si scusò per non averlo ascoltato e con fare deciso si congedò promettendogli di andare a trovarlo dopo cena. Aveva bisogno di concentrazione. Come spesso le capitava quando sentiva la necessità di raccogliere e riformulare i propri pensieri si incamminò verso il Peyrou, il giardino panoramico situato a qualche centinaio di metri dalla Pleine lune. A quell’ora d’estate il prato era sempre occupato da centinaia di giovani, ma Estelle sapeva che dietro il castello d’acqua avrebbe potuto approfittare di una bella vista e di un po’ di tranquillità. Passando in mezzo a un gruppo di giocatori di frisbee intravide due compagni del quarto anno di medicina, ma fece finta di niente e si diresse a testa bassa verso il fondo della passeggiata. Si sedette a cavalcioni sul muretto di fronte all’acquedotto romano e cominciò a elencare nella sua mente tutte le informazioni in suo possesso. Se Nicolas diceva il vero, Sebastian gli aveva ordinato di trasportare il cadavere di un cittadino colombiano di nome Miguel Negredo da Montpellier a Montreuil per una ragione che ancora le sfuggiva, ma che era molto probabilmente legata al traffico di cocaina e di conseguenza alla sua nuova alleanza con Ruben, il capo di una giovane gang gitana. Inoltre, se le sue ipotesi erano giuste, un ragazzo di nome Jérôme, che abitava proprio dietro la cité Polie, spacciava per loro la cocaina appena ricevuta dalla Colombia. Questo Paese compariva per la seconda volta nelle sue ricerche e anche se non poteva fidarsi ciecamente della parola di uno spacciatore, la connessione tra Miguel Negredo e la nuova roba arrivata in città le sembrava evidente. Si disse però che avrebbe dovuto verificare innanzitutto l’identità del morto, perché Nicolas avrebbe potuto sbagliarsi. Fece una foto del passaporto con il suo telefono e la inviò a Claire accompagnata da un breve messaggio:
«Verificate se si tratta della stessa persona».
A un po’ più di 300 chilometri di distanza Claire impallidì. Capì immediatamente che non si trattava di uno scherzo e gettando uno sguardo a Nicolas si risolse a comunicargli il compito assegnatole da Estelle.
– Ma sei impazzita? Non ci pensare nemmeno.
– Dobbiamo farlo! Accostati alla prossima area di sosta e non discutere.
– Ricordami, da quando in qua prendo ordini da te?
– Da quando ho scoperto che compi azioni illecite, probabilmente complicità in omicidio, occultamento di cadavere, possesso di droga…devo continuare?
– No, basta, ho capito…ma è troppo rischioso! Ti immagini se qualcuno dovesse vederci?
– Non ci vedrà nessuno, non ti preoccupare.
Fecero una cinquantina di chilometri prima di trovare un’area di sosta adatta. Il furgoncino grigio si accostò lentamente sotto l’ombra di una quercia nell’angolo più nascosto del parcheggio. Ai piedi dell’ultima cima visibile del Massiccio Centrale, Nicolas scese dal veicolo e raggiunse lo sportello posteriore.
– Fammi vedere la foto.
Claire gli porse il telefono gettandogli uno sguardo d’apprensione. Il ragazzo non ci fece caso. Con fare sicuro entrò nel retro e aprì la bara. Non ebbe bisogno di guardare nuovamente la foto.
– È Miguel Negredo.
Claire si avvicinò e riconobbe il proprietario del passaporto.
(continua sul prossimo numero)
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¹ “ma | re” è una serie fotografica dedicata al Poetto, la spiaggia cittadina di Cagliari, passata da essere il fiore all’occhiello della città a un vergogna per i cagliaritani. Nell’attesa che il piano di recupero del Comune prenda fine, Roberto Pireddu ha deciso di raccontare la storia del Poetto con i suoi scatti in bianco e nero.