Numero 20

Feuilleton Il passaggio in macchina – parte nona

di Alessandro Xenos

Episodi precedenti

 

MA | RE #7 di Roberto Pireddu¹
MA | RE #7 di Roberto Pireddu¹

Il cameriere aveva appena annunciato la fine del servizio delle bevande calde. Gli ultimi anziani avventori avevano lasciato il posto a chiassose orde di studenti. Alla terrazza de La pleine lune era l’ora dello chassé-croisé dell’aperitivo. Cinque giovani italiani armati di un mazzo di carte e una chitarra scassata si preparavano a una briscola con serenata improvvisata, un classico del lunedì sera universitario. Un po’ più lontano sedeva Adrien, l’inquilino cieco del secondo piano, assieme a due amici. Il più alto dei due aveva l’aria affranta e portava sul viso i segni di una colluttazione, un vistoso ematoma contornava il suo occhio sinistro. Estelle vedendolo, gli si fece vicino preoccupata.

– Aaron, che ti è successo?
– Niente di che, una sciocchezza.

Intervenne Adrien.

– Sì, come no, una sciocchezza! Si è fatto aggredire da quei cretini della via Courreau, l’hanno picchiato a sangue e derubato. E sai perché? Perché dicono, camminava come un gay. Ti rendi conto?
– Figli di puttana!
– Puoi dirlo.
– Mi dispiace, come ti senti? Sei andato a sporgere denuncia?
– No, non ci vuole andare, dice che preferisce non avere altri problemi nel quartiere, per favore diglielo anche te…
– Sono d’accordo, Aaron è importante, vai all’ospedale e poi sporgi denuncia.

Il ragazzo annuì con i lucciconi agli occhi, ma lo fece solo per essere lasciato stare tranquillo, sapeva già che non sarebbe andato alla centrale.  In futuro avrebbe semplicemente evitato di passare da quella strada, il suo unico desiderio era di scordarsi il prima possibile dell’accaduto.

Estelle riprese:

– Scusate ragazzi, vi porto via Adrien per un secondo, è per una cosa importante.

Fecero qualche metro tenendosi a braccetto.

– Adrien, mi devi aiutare. So che Sebastian ti vende dell’erba, ma vorrei sapere se ultimamente ti ha proposto altro, della cocaina per esempio.
– No, non è così stupido, lo sa che te l’avrei detto.
– Già.
– Ma se ti può aiutare la mia amica Juliette mi ha parlato di una “neve” pura appena arrivata nel quartiere. Se è qui le possiamo chiedere da chi l’ha presa, la vedi da qualche parte?

Estelle si guardò un po’ intorno, poi vide due bionde sedute proprio accanto al tavolo degli italiani. Juliette e Camille stavano approfittando della serenata bevendo un cocktail al rum e succo di zenzero. Juliette ogni tanto gettava uno sguardo a uno dei giocatori di briscola dal naso maschio e le sopracciglia spesse, che dal canto suo non mancava di ricambiarla.

– É seduta laggiù!
– Chiamala, dille di venire qui.

Estelle si avvicinò al tavolo e le sussurrò qualcosa all’orecchio, poi insieme si avviarono verso Adrien. Senza tanti fronzoli quest’ultimo le spiegò sommariamente la situazione e le chiese chi le avesse fornito la cocaina. La ragazza non sembrò imbarazzata dalla schiettezza della domanda e rispose seneramente:

– Un amico dell’università, si chiama Jérôme. La prendo sempre da lui, ma non mi ha mai detto chi gliela fornisce. Questa volta me l’ha fatta pagare più cara dicendomi che si tratta di roba pura appena arrivata dalla Colombia.
–  Davvero non hai idea di chi possa essere il suo fornitore? chiese Estelle.
– Non saprei dirti, lo conosco da poco e al di fuori dell’università non ci frequentiamo.
– Quindi non sai dove possiamo trovarlo? Sai dove abita?
– Una volta mi ha detto che stava in cima all’Avenue de Lodève.
– Dietro la cité Polie?
Sì, immagino di sì, ma non sono sicura.
– Va bene, grazie Juliette. Di’ al cameriere di segnare il prossimo giro sul mio conto e, per informazione, il ragazzo che gioca a carte si chiama Antonio, è uno a posto, se vuoi ti posso girare il contatto. (facendole l’occhiolino) Mi raccomando però, non raccontare a nessuno di questa conversazione, nemmeno alla tua amica.

Juliette arrosì abbozzando un sorriso di complicità, poi tornò a sedersi accanto a Camille.

– Hai sentito Adrien?
– Sono cieco, mica sordo.
– Eh, appunto, dobbiamo trovare questo Jérôme, sono sicura che compra la roba di Ruben, ma c’è da capire chi si occupa dello spaccio.
– Dobbiamo? Scusa, io cosa c’entro in questa storia?
– Sei mio amico e ho bisogno dell’aiuto di qualcuno di cui mi possa fidare.
– Va bene, ho capito, ma Claire non ti può dare una mano?
– Ah già, Claire, mi sono scordata di richiamarla. Il problema è che sta andando a Parigi, non so quanto possa essermi utile a distanza.
– Sì, me l’ha detto, ma prova a chiamarla, magari conosce qualcuno che ti può aiutare.
– Hai ragione, la chiamo subito.

Il telefono squillò per un secondo appena.

– Estelle, ce ne hai messo di tempo per richiamarmi, ti devo dire delle cose importanti.
– Sì, scusa, ma stavo interrogando delle persone, di che si tratta?
– Proprio di questo, ho scoperto chi è Miguel Negredo…

(continua sul prossimo numero)

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¹ “ma | re” è una serie fotografica dedicata al Poetto, la spiaggia cittadina di Cagliari, passata da essere il fiore all’occhiello della città a un vergogna per i cagliaritani. Nell’attesa che il piano di recupero del Comune prenda fine, Roberto Pireddu ha deciso di raccontare la storia del Poetto con i suoi scatti in bianco e nero. 


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