Numero 19 – MARZO 2016

Un ragazzo irrequieto

di Alessandro Ghebreigziabiher

Santa Monica #3
Santa Monica #3 di Elise Reinke

Mio figlio è intelligente, mica è come gli altri, senza offesa.
Prima di tutto, perché noi siamo gente intelligente. Mia moglie ed io siamo laureati, lodati, masterizzati e pluripremiati. Non siamo come gli altri, non è una questione di snobismo o altro, è la realtà.
Non siamo tutti uguali.
Per questo abbiamo iscritto Euterpe all’istituto Specialissimi.
E’ la migliore scuola privata del paese, così ci hanno detto, così campeggia sul sito, così recita la scritta all’ingresso dell’edificio.
E così l’ho ritrovata quando quel giorno mi sono recato in presidenza, convocato d’urgenza.
La cosa mi ha turbato assai, capirete..Continue reading

 
 
 
 


i melograni

rubrica di Luca Saracino

12665633_10207661489829581_1618069890_nCome d’autunno

Accoltellava le rane del fosso, è sempre stato un ragazzo strano, in paese lo sapevano tutti, nonostante suo padre, il postino, intendiamoci fosseuna persona perbene. Ultimo stralcio di conversazione colta scendendo dall’autobus..

Famiglia eterna

Oggi mentre attraversavo il parco dei cani mi hanno fermato due giovani biondi e belli che indossavano la camicia bianca e i pantaloni neri. Sorridendo mi hanno chiesto se credessi nella famiglia eterna e io ho risposto di no. Loro mi hanno detto che è sbagliato..Continue reading

 
 
 


Feuilleton Il passaggio in macchina – parte settima

di Alessandro Xenos

Episodi precedenti

MA | RE #3 di Roberto Pireddu
MA | RE #3 di Roberto Pireddu

Perché nascondere il trasporto del cadavere? Chi era stato a ucciderlo? Sebastian non le sembrava tipo da commettere un omicidio, ma come suo zio Richard le aveva insegnato, non si fidava delle apparenze. Non poteva nemmeno essere certa che Nicolas non dissimulasse le proprie intenzioni, anche se aveva buoni motivi per credere il contrario. La sua inaspettata confessione l’aveva convinta della sua sincerità. Il ragazzo sembrava essere stato coinvolto suo malgrado in un grave affare e Claire sapeva che proseguendo l’inchiesta lo avrebbe esposto a guai molto più grossi, ma non poteva farne a meno, per il bene della sua migliore amica..Continue reading

 
 
 


A Gigi

di Giuseppe Semeraro

Comizi portentosi di Martina Brizzi (90x90, Acrilico su tela)
Comizi portentosi di Martina Brizzi (90×90, Acrilico su tela)

è naturale sognare cammini

strade comuni, regole umane

vite fuori dal pudore, scommesse

è naturale perdere sangue

dare il meglio per amore

e capire che la bandiera

non è nascosta nel pensiero

ma è fatta..Continue reading

 
 


Like

di Donatello Cirone

Evento pubblico di Lina Liebe
Evento pubblico di Lina Liebe

La corrente la spingeva in avanti, dove? Dove stavano andando tutti? Verso chi? Verso cosa? Un gomito in bocca, una manata in faccia. Tanti corpi stretti, troppo vicini per non annusarli. Una ginocchiata, ancora un’altra. Avanzavano come un branco di foche rincorso da un’orca ferita. Giulia era stravolta, si trascinava. Era come se tutte quelle persone riuscissero a tenerla in piedi.
Era terrorizzata.

E se cadessi adesso? Sarei distrutta. Annientata, di me non rimarrebbero che i vestiti impastati con il sangue e le ossa tritate come sale grosso in un mortaio di ghisa, dove finirebbe la mia anima? Il ricordo di me? Continue reading

 
 
 


Tanta roba sottobanco

di Luigi Balice

Io non ho risposte da dare #8 di Luca Cini

La franchezza della parola è un grido smorzato, da chi ci riconosce sin troppo bene, dal travaglio che ne ottura la cadenza, come una pentola a pressione, e smussa menti col dubbio della stupidità retroattiva.
Sale d’attesa in cui proiettare decisioni future. Avanscoperta ad altezza di talpa, senza strisciare, senza approvare per sentito dire.

Prendere lo scambio di battute per i capelli, come se si potesse tornare indietro, e non fare incontrare la memoria col presentimento di dover badare ai mille e un dovere annotati sulla lista della spesa. Domani cinquanta percento di sconto sul sogno..Continue reading

 
 
 
 
 


Infilare una mano tra le gambe del destino

di Carmine Mangone

Frammento N. 13 da “Infilare una mano tra le gambe del destino” – Asinamali 2015

covHDLa cosa più ardua è ripristinare ogni giorno la mia carne desiderante – tendere una mano per carezzare l’esistente, toccare senza compiacimenti – e far sì che divenga una macchina da guerra capace di assediare l’essenziale senza svilire le tue insegne, né tradire l’intesa.
Parlare di guerra, per me, non è parlare di ordini, uniformi o scontri tra luoghi comuni armati. Le parole d’ordine, combattendo aspramente dentro e fuori di me, su piani variamente intersecati, lasciano il posto ad una logica dell’insurrezione (o la preparano). Le uniformi si rivelano un surrogato del carattere sotto un cielo già ampiamente provato. I luoghi comuni non possono più trattenere le linee di fuga, le incostanti che portano all’evasione, né possono recintare quell’esilio che si vuole come unicità (e apertura verso l’unicità) anche nel disastro.
Bella parola, «insurrezione» (la Empörung di Stirner…). Dentro di essa, in risonanze che hanno a che fare sempre con l’irrompere di un’unicità che ostacola ogni tentativo ..Continue reading

 
 
 


Intermittenza

di Mara Abbafati

Stati di reatà apparente #3 di Luca Cini
Stati di reatà apparente #3 di Luca Cini

Lui aveva gli occhi belli e tirava le bottiglie vuote sulla sabbia del fiume insieme a me. Al dodicesimo lancio mi domandò se sapevo dove aveva messo l’albero di Natale, ma io a casa sua non ci ero mai stata.
«Perché adesso vuoi sapere dov’è l’albero di Natale?» chiesi io.
«Domani vengono i miei a cena e voglio che la casa sia bella».
A quel punto si agitò e volle andare subito a casa a cercare l’albero. Andai insieme a lui per aiutarlo e dopo aver tirato fuori tutto quello che c’era in cantina finalmente lo trovammo. Salimmo in casa e lo decorammo con le palline colorate e le luci intermittenti, alla fine eravamo affamati e mangiammo gli spaghetti al pomodoro. Non mi ero mai divertita così tanto, però non glielo dissi. Lavammo i piatti, io li asciugai e mentre appoggiavo le tazzine da caffè sul ripiano, suonarono al citofono: era la sua ex che voleva vendergli una polizza sulla vita..Continue reading

 
 
 


LindWurm

di Federica Gullotta

Biciclettare di Elisa Saracino
Biciclettare di Elisa Saracino

Per amicizia, per il cuore azzurro del Baranci,

per le asole consunte, per l’ingresso asciutto

del pub, per il chiasso che ti perdona:

sei degno dell’ultima cena

è una filosofia della sconfitta, questa,

devi avere un dolce verme

un dolce verme che impara

le lotte del suo entusiasmo..Continue reading

 
 
 


 

 

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