Numero 18

Un mucchio di cazzate

di Luigi Balice

 

elisa maschera gas
Love is in the air di Elisa Saracino

Scivola tutto dalle mani sotto una pioggia incessante di malsana abitudine. Roboanti processioni di gesti buoni svelano il torpore maciullato dei nostri sguardi innocui. La sobria sfacciataggine del sogno ricorrente si alterna al ripetitivo malumore falciato dai sorrisi ingenui.

Gli occhi aperti la notte sondano l’inconsistenza di terrazze costruite apposta per osservare fuochi d’artificio senza compagnia, lassù la cappa grigia di inutilità è un mantello troppo pesante per renderci immuni alle anche ghiacciate, snodate controversie senza punto d’appoggio.

Dilaga dappertutto la fame lussuriosa che si ingozza di senso razionale per aggrappare l’essenziale. Il vomito giochiamocelo a flipper. Caduco involucro, uovo marcio, molo inondato, magica caduta nel silenzio.

Ho spazzato tutto per riconoscerlo meglio e mi sono imbattuto nel mezzo lamento di una febbre genetica, codici frattali infilati dritti nel tagliacarte, brandelli di parole da vendere ai pazzi per ammalarmi di me e ritrovare la combinazione congeniale da affiancare alla tua senza dover rimpiangere già quello che farò più in là.

Tu lo sai già quello che ti dirò vero? Per questo piangevi l’altra sera?

Voglio solo capire se sono io a creare lo stampo oppure voi che mi fratturate l’intenzione, gabbia per amanti burocrati. Restituitemi i vostri gesti contaminati solo dal candore della ripetitività, carezze fordiste per catene di depistaggio, dopo averli lavati con una buona dose di oltraggi Bio.

Non avere paura di perderti non è mica il nuovo slogan per compratori di gratta e vinci + un complemento oggetto qualsiasi. Tu ci sei e la paura anche. Ma volersi deve essere come chiedere l’accendino a qualcuno che fa jogging e scoprire che quest’ultimo se ne porta uno appresso con la speranza di scaraventarlo contro l’ultimo esemplare di armorionus cansternis.

Mobili destini da spostare a dama, ricongiungimenti infamiliari da modellare col DAS e ficcare sotto il piede monco del tavolo. Vorrei poter dire tutto senza spiccicare una parola invece fuoriescono colate di cazzate.


freccia sinistrafreccia

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