Numero 18

i melograni

rubrica di Luca Saracino

 

Melograni Numero 18
Schizzi di melograno di Elisa Saracino

Il dolore più grande

Il dolore più grande è guardarsi allo specchio. Qui nessuno si vuole bene dicevi per destarmi dalle aspettative. Poco distante c’era il museo delle armature medievali e il negozio di ceramiche decorate a mano in cui mia madre comprò le bomboniere per la prima comunione. All’epoca lavorava alla fabbrica di coloranti e la sera aveva sempre la tosse e le dita arcobaleno. La mia ex è un dinosauro senza collo che la notte abbraccia i cuscini e all’occorrenza costruisce muri di peluche in mezzo al letto. Tutti i miei ponti interrotti, i tentativi di misurare le ombre lunghe della sera e il silenzio al crepuscolo d’agosto sono svaniti. Restano le bottiglie d’acqua lasciate in strada ai lati del portone per impedire le deiezioni degli animali notturni. Ho fatto spese avventate per non pensare: miele di foresta, rododendri e la clessidra dalla sabbia blu. Leggo pagine a caso da libri inattuali, ipotesi superate circa il funzionamento dei pianeti, il tiro al piattello, la statistica dei quadrifogli e il mal di denti. Il dolore più grande arriva quando fuori c’è il sole a picco e non c’è con chi parlare. Ripenso alle calendule nei vasi la notte dei fuochi di San Giovanni, alla guazza sull’erba dopo il temporale, alla mia vita che avanza impercettibile come la crescita dei piedi nei bambini.

Ciliegie

Afferro avido le ciliegie arrampicato su di un ramo, scimpanzé in maniche di camicia e gli occhi infranti. Ma non posso più stringere i corpi delle persone che ho amato. Sono tutti a piede libero, ancora vivono e si innamorano in luoghi in cui di me non c’è più traccia.


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