Le derivate
di Mara Abbafati

Augusto aveva un occhio di vetro, il destro. Quando prendeva l’ascensore per prima cosa apriva la porta esterna, poi le due ante di legno, quindi si voltava di spalle ed entrava camminando all’indietro. Dopo aver chiuso le porte spingeva il bottone del quarto piano, l’ultimo, e restava immobile fino all’arrivo. La signora Mercalli, la prima volta che andai a ripetizione di matematica da lei, mi disse che non dovevo aver paura di Augusto se l’avessi incontrato nell’ascensore. Io non avevo paura, però ogni volta mi chiedeva «Ce l’hai una sigaretta?».
Glielo dissi almeno ottanta volte che non fumavo.
Un giorno l’ascensore si bloccò tra il secondo.. Continue reading
i melograni
rubrica di Luca Saracino
Quasi primavera
Mia madre è arrivata puntuale guidando, col sedile tutto tirato all’indietro, l’auto di sempre. La macchina nuova ho pensato utilizzando un pensiero vecchio di quindici anni almeno. Indossava il cappotto arancio e passeggiando in strada dopo che con un’infinità di spiccioli avevamo pagato i due caffè mi ha detto che si stava proprio bene..
Autobus
Ho sognato la morte stanotte ma l’ho capito solo mentre mi svegliavo con le lacrime agli occhi. Cammino in terra straniera di notte e a un tratto vedo l’ombra di una donna svoltare un angolo e scomparire poi l’arrivo di un autobus..Continue reading
Feuilleton Il passaggio in macchina – parte sesta
di Alessandro Xenos

L’arrivo del furgoncino grigio con a bordo Nicolas, Claire e un probabile cadavere nel bagagliaio non fece molto rumore, a quell’ora l’area di servizio era praticamente deserta. All’interno dell’autogrill si trovava solo una coppia di vecchietti, lei arzilla, lui valetudinario, dalle mani consumate e l’intonazione chiassosa della provincia di Nîmes, intenti a comprare una bottiglietta d’acqua a loro dire cara come l’oro. Il commesso, anche lui di una certa età, ma dall’accento molto meno marcato, rispose alla boutade affermando che lui per un po’ d’oro la bottiglietta d’acqua l’avrebbe regalata con piacere. Ma di tutto questo Claire non si accorse varcando l’ingresso principale, stava ancora riflettendo a come avrebbe potuto defilarsi senza dare nell’occhio. Quando vide la borsa che la signora portava a tracolla si ricordò di aver lasciato lo zaino nel retro del furgoncino, si fermò quindi girandosi verso Nicolas..Continue reading
Cicale Notturne
di Donatello Cirone

Le tegole una dietro l’altra, bagnate da qualche goccia di pioggia, brillavano. Il comignolo assente era scappato al mare. Sopra la sagoma di un’antenna trasparente un Senatore, senza voglia di urlare, fissava le sue orecchie. Quella casa era caduta dal cielo come un chicco di grandine. Gettata tra gli alberi secchi. Costruita da mattoni fragili non crollava per noia.
Igor si era lasciato morire lì, su quel prato incolto, in compagnia di lumache e grilli.
Era arrivato un paio d’anni..Continue reading
Frasi subordinate di secondo grado
di Luigi Balice

Gli strascichi remoti di presente si intrecciano continuamente con il tempo che ci scorre sotto i polpastrelli, ora in questo esatto momento. Non ci chiedono forme in cui ingabbiare significati. Siamo noi a comporre esclamazioni, frasi subordinate di secondo grado ed avverbi irritanti come vicini che fanno lavori in casa di domenica mattina. Siamo noi a voler inscatolare gli attimi e portarli con noi al prossimo trasloco.
Ma questi quattro fogli non sono nient’altro che maldestri raccoglitori di mancanze. C’è chi li attaccherà vicino la fermata dell’autobus, chi li leggerà solo al ritorno, chi bacerà colui che..Continue reading
Per ogni fuga
di Giuseppe Semeraro

per ogni fuga
c’è qualcuno che rimane
steso al sole dei dimenticati
a custodire il chiodo
a seccare le lacrime
per ogni fuga
c’è qualcuno che scommette,
chi nel miracolo
chi nella resa
chi confonde la fuga
con la preghiera che dimentica
chi la fuga col passo che tradisce.
Per ogni fuga..Continue reading
Sopravvivere
di Alessandro Ghebreigziabiher
Brano da La truffa dei migranti, Tempesta Editore 2015
Era giunta l’ora di scoprire le carte. Il copione aveva un ritmo da seguire e l’armonia dei tempi richiedeva il colpo di scena proprio in quel momento.
“Noi diventeremo uguali”, disse soppesando con cura ogni singola lettera. “Perché, grazie alla magia più potente della terra, noi perderemo la diversità.”
“Di cosa stai parlando, Ramakeele?” domandò Bikila, dando voce alla curiosità di tutti.
“Bianchi, diverremo tutti bianchi”, rispose la vecchia. “Sempre se quel bianco non si intenda alla lettera. Non più neri, semmai davvero tali siamo stati.”
Quindi la donna alzò da terra un voluminoso boccale e lo mostrò ai presenti tenendolo stretto tra le mani..Continue reading
Tu ne quaesieris
di Federica Gullotta

“Tu ne quaesieris (scire nefas) quem mihi, quem tibi
Finem di dederint”
Essere dietro la fredda tenda
Di una notte precoce,
O senza riparo alcuno
Esposta alle braci del sole;
Non l’una, non l’altra scelta
Ti è consentita
Là dove non c’è illusione
Che renda dolce l’aria..Continue reading
La nonna
di Cristina Nesti

Una sera dormivo dalla mia nonna in un lettino aggiunto apposta per me in camera sua.
Dalle persiane non proprio chiuse filtrava parecchia luce e la vedevo distesa nel suo lettone con la testiera di bordoni intarsiati di madreperla e la bottiglia e il bicchiere di vetro celeste scanalato sul comodino, come usava allora.
Nessuna delle due aveva sonno..Continue reading