i melograni
rubrica di Luca Saracino
SAINT MARY
C’è un mezzo arcobaleno in cima alla stanza mentre fumo alla finestra, appese alle maniglie dell’armadio le grucce spoglie hanno forma e colore diverso e sciupano ogni simmetria. Nel dormiveglia ho intravisto in tv che un uomo senza capelli è morto questa notte in Alabama, non ho capito come sia accaduto ma agli spigoli dei miei sogni ho trovato i tre mendicanti che masticando hanno confermato il mio destino. Verrò mangiato dagli scarabei e di me non resterà neanche un osso, non resterà l’odore.Tutto questo è avvenuto dietro al separè di stoffe colorate della memoria, al di là della pioggia che diluisce le verità che ho inventato .Prima di finire a Saint Mary a farci curare dai parassiti e diventare amici durante gli anni dell’università studiammo insieme l’Inferno e un po’ del Purgatorio e oltre a ciò ci fu un solo bacio ma lungo, in auto una sera. Metà acobaleno è rimasto nell’anta a specchio del tuo armadio obliquo ormai sprofondato nel magma dei troppi traslochi. Fumo un’altra sigaretta e mi viene in mente la volta in cui dormii sepolto nel tuo divano dopo aver passato il pomeriggio a studiare la teoria femminista. Al tramonto con un gesto improvviso per mostrarti chissà cosa rovesciai il caffè sulla moquette rosa e un attimo dopo giunse la notte.
Inizio
Tutto è cominciato con un dolore a una spalla. All’inizio non si capiva ma poi il dottore ha detto osservando di sbieco la lastra: è un cancraccio, fra sei mesi le tocca morire. Allora ho ripensato mentre giravo in tondo nel parcheggio dell’ospedale a tutte le giornate spese nell’ansia di una mansione urgente in ufficio, ai pomeriggi bruciati nella disperazione per un affronto subito da sconosciuti o per il concetto di amore che nella mia vita non ha mai trovato declinazione e che adesso non ha più significato.