Per ora insultiamoli
di Luigi Balice

Scollarsi di dosso strati d’aria staccatisi sfortunatamente da concavità mentali affette da disfunzioni con un coefficiente di elasticità pari a uno con i luoghi comuni. Involontariamente incrostatisi addosso dopo anni di ginnastica dell’obbedienza.
Scollarseli di dosso prima che invadano ogni spazio temporaneamente libero e ci impiantino vermi di paura, prima che il sangue si rinchiuda in grumi a covare odi ed invidie, prima che si finisca a barattare false strette di mano con dosi quotidiane di tranquillità endovena.
Facciamo che il nostro corpo mescoli sangue e fatica per farne uscire insulti come carta vetrata, che liberino dal superfluo.
Perché dinnanzi allo scempio della moderazione ti proporranno prima una tovaglia in cotone, poi un cuscinetto in spugna, poi un rivestimento in pelle e piume d’oca, ma non faranno altro che proporti sempre lo stesso banchetto su cui posarli e inginocchiarti.