Numero 14

Le nozze di Priscillo

di Donatello Cirone

 

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Fit-Love di Elisa Saracino

Il matrimonio era fissato per le undici del quindici marzo e mancavano solamente due giorni.
Priscillo aveva deciso, non avrebbe più mostrato i suoi addominali a tartaruga in giro per le spiagge d’agosto. Questa volta si era innamorato sul serio, Ernesta lo aveva stregato.

Si incontrarono perché il destino aveva deciso così, lui era immobile dentro una piccola vetrina: lavorava. Indossava un perizoma rosso fuoco e i pettorali erano lustrati da una crema speciale. Faceva il manichino vivente e mentre la sua testa vagava cavalcando nuvole di cemento vide Ernesta passare su di un carrellino, la piazzarono di fronte al frastornato Priscillo, lui in vetrina, lei in una cabina di plexiglas, accomunati perfino dalla trasparenza dei due diversi materiali.
Si guardarono intensamente per tutte le otto ore sindacali. La bella Ernesta era tutta lustrini, con un copri capezzoli blu e un bel tanga a strisce colorate, erano stati affittati da una setta per sponsorizzare un evento culturale dal titolo: “Un topolino corre senza meta…”.

La giornata si trascinò fino all’imbrunire, Priscillo fece una bella doccia, indossò una maglia aderente e luminescente, i pantaloni di pelle nera attillati, calzò gli stivali e gellò i capelli. Ernesta fece una bella doccia e si vestì elegantemente. Si ritrovarono fuori tutt’e due belli come il sole.

Andarono a casa di lei e mentre lui faceva 3 serie da 96 flessioni e lei gli addominali fecero l’amore. Si innamorano subito, si fidanzarono dopo tre ore e festeggiarono con un bevanda energizzante d’annata.

Un amore travolgente: ore passate in palestra tra pesi e bacini desiderati, tra bilancieri e carezzine accennate.

Priscillo si sentiva un leone: la mattina si alzava felice, ingeriva la sua quotidiana razione di pillole colorate e andava in palestra dove trovava sempre la bella Ernesta intenta a fare addominali o tenere in tensione i glutei. Lui ne era sempre più innamorato, non si salutavano per non sprecare energia, neanche un bacio. La giusta misura, avevano calcolato, era tre baci in ventiquattro ore. Nei loro calcoli potevano fare l’amore per non più di ventitre minuti una volta ogni sei giorni, sette ore, diciotto minuti e quarantasette secondi.

Purtroppo era tradizione fare l’amore la notte delle nozze, per questo motivo dovettero sedersi a tavolino e ricalcolare l’intero programma quinquennale degli allenamenti: Priscillo eliminò ad ogni serie di flessioni una e a ogni serie di addominali ne aggiunse tre, Ernesta invece aggiunse dieci minuti di step e una serie da undici di esercizi per i polpacci.

La cerimonia fu commovente, il sermone intenso. I due sposi erano tesi, il vestito di Ernesta rifletteva tutta la luce della chiesa, era d’un giallo intenso, Priscillo in smoking verde rideva.
Il parroco, un ex primatista di bicipite e campione in carica del concorso “Sotto la tonaca c’è anche altro..“, era commosso e orgoglioso nel vedere un suo ex allievo cresciuto e sistemato. Don Claudio Minali era stato l’istruttore di Priscillo ai tempi dell’oratorio.

Il Sì fu pronunciato, la commozione prese il sopravvento. Tutte le donne del paese accorsero davanti la chiesa per il tradizionale lancio della pasticca bianca, un integratore a base di amido e proteine. La sposa invece lanciò un mazzo di erba Ogm usando solo il 2% della sua forza.

I novelli sposi salirono sulla limousine marrone e si diressero al ristorante.

Il pranzo si aprì con un brindisi alla taurina e proseguì con un antipasto a base di pillole fosforescenti, un primo di riso bianco accompagnato da una salsa alla creatina, un polpettone di testosterone, un carrè di clenbuterolo, una coscia di pollo cotto a vapore servita in brodo di ormoni e acidi, verdure trattate e infine per dessert una torta ai non-cereali.

Dopo pranzo tutti erano in fila chi per la bilancia, chi per il bilanciere, dalle tre alle quattro Ernesta regalò un’ora di step alle sue amiche, Priscillo invece fece montare una palestra all’aperto. A sera tutti rientrarono nelle loro rispettive palestre.

Il buon Priscillo e la bella Ernesta si ritrovarono finalmente soli e quando ormai erano pronti a rispettare la tradizione ecco un bagliore e il materializzarsi davanti ai loro occhi una tragedia imminente, contemporaneamente furono illuminati: nei loro calcoli non avevano tenuto in considerazione il dessert ai non-cereali, l’unica estrema soluzione per riparare a quello spiacevole errore era solo una, rinunciare a fare l’amore proprio quella sera, era inevitabile.

Uno stretto all’altra si addormentarono felici.


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