Numero 13

i melograni

rubrica di Luca Saracino

 

In cittĂ  d’estate

In città d’estate ci sono soprattutto  le ruspe immobili ai bordi delle strade.
Ci siamo poi: io, la noia, le zanzare, i marciapiedi. Ci sono gli anziani senza i soldi per la casa di cura.
Un negozio su tre in agosto resta chiuso, così dice il giornale, da alcune auto potenziate fuoriescono le hit del novantasei.
In città d’estate ci siamo: io, la noia, le zanzare, il telegiornale di mezzanotte con le notizie del telegiornale di mezzogiorno. Ci sono le persiane spalancate sui lavori in corso, i marciapiedi fioriti di volantini, le foto dei gatti scomparsi attaccate ai cassonetti.
D’estate in città vado dentro i supermercati a respirare l’aria condizionata, a passeggiare in mezzo ai reparti stipati di merendine, detersivi alla lavanda e cibo per criceti.
In estate si possono comprare i ghiaccioli coi colori dell’arcobaleno, le parole crociate e le lattine di birra da bere stesi sul divano davanti alla pubblicità.
Mentre tornavo a casa un’auto è sfrecciata via con un rombo che mi ha fatto pensare a quei  cavalloni enormi che sembrano giungere direttamente dalla linea dell’orizzonte.
Ricordi ammuffiti.
In città d’estate ci siamo: io, il caldo, morte.

Prima elementare

 

Il più bel ricordo che ho riguarda il ritorno a casa da scuola in pulmino in prima elementare. Il bidello che sedeva accanto all’autista si raccomandava in continuazione che noi bambini tenessimo le mani attaccate alla sbarra di ferro posta davanti a ciascun sedile, per una questione di sicurezza. Io la stringevo allora con tutte le mie forze dall’inizio alla fine del tragitto e non disubbidivo mai. Durante quel tragitto, all’interno del pulmino giallo inondato dalla luce del sole che si avviava al tramonto nell’autunno inoltrato mi sentivo così protetto come non mi sono sentito più e il futuro all’epoca era per me una fantasia preziosa che dovevo scoprire un passo alla volta con lo stupore di chi porta alla luce un tesoro dimenticato.


freccia sinistra freccia