Le mie mani aggrappate
di Alessandro Xenos
Vene aggrappate alla penna
puntellano il foglio
mentre brandelli di foto
strappati s’arenano a terra
Fermo soffiato dal vento
il caffè s’uccide e si cela
in questa brezza schiarita
Un punto sull’altro
senza più senso né forma
per il tremore di libertà
che adesso mi ruba i vestiti
e che domani m’avrà
come sempre m’avuto
ai suoi piedi
Fuggirò l’amore
il giorno in cui un dio
vestirà il mio ventre
d’animale da tiro
perché convulso a terra
mi sveglio
quando il gelo da fuori
a suo piacere mi prende
Irrequieta è la notte
sul mare d’inverno
che ci vede affollati
tutti nudi a danzare.