Numero 2

Luoghi sterili

di Donatello Cirone

 

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Woman di Giacomo Braccialarghe

Irregolare battito di ciglia.

Sveglio. Sudato.

Imbevuto in una tinozza sporca

e piena di sudore acre.

 

I raggi che attraversano le nuvole

nere arrivano stanchi, meno lucenti.

 

L’ospedale è chiassoso.

Disperato. Aperto.

Sfinito. E come se le pareti della mia

stanza trasudino puzza d’assurdo,

respirino faticose,

tossiscano per tenermi compagnia.

 

Il frate passeggia scalzo muto calvo e barbuto.

Cammina leggero, si siede: Prega.

Stringe le mani e si mangia le unghie.

Mi accarezza e se ne va.

 

Il mio sfogliare la vita è faticoso,

 

Le ossa si accentuano e mio padre piange.

Mia madre si scava la fossa.

 

Il cortisone in corpo mi gonfia e mi indebolisce,

la mia pelle prima giovane adesso è come un pallone

scadente bucato appena comprato.

La carne che prima mi copriva le ossa è finita nel cesso.

La barba non cresce più.

 

Su questo letto inutile e arrivato d’anticipo

Io Non Sono s(t)an(c)o.


freccia sinistrafreccia

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