Numero 7

anche restando seduti, in ufficio

di Luigi Balice

 

Il compromesso stipulato nel patto formale con i tuoi doveri ti riempie di inutili insicurezze alle quali hai paura di abituarti.
Non ti fanno cambiare pelle, ti lasciano specchiare nella tua immagine, corrotta dal ricatto della dipendenza. E non sai più raccontarti perché ti avvicini pericolosamente all’analisi superficiale che i tuoi ricattatori farebbero di te.
Ti propongono un’immagine di te e rischi di accettarla magari anche ringraziando.

E’ questo il punto più infimo. Quello che ci sfugge dalle mani perché troppo leggero nei suoi movimenti e capace di insinuarsi nella nostra mente a causa del confronto con i nostri limiti.
Si diventa schiavi di un’idea di se stessi e si diventa facile oggetto di sopruso proprio perché confrontandoci con i nostri limiti scopriamo una falla, un pezzo mancante, che non ci permette di ribellarci a quello che va contro la nostra idea di libertà.
Diventiamo schiavi quando troppi sono i compromessi che pesano sulla scelta costante del come esser liberi e da cosa liberarsi.
Dura è la lotta che si deve intraprendere per restare coerenti all’immagine più fedele a noi che siamo riusciti a disegnare nel tempo.

Mai concedere però a quello che traspare dagli occhi di chi sa di poter giocare conoscendo le tue carte l’opportunità di minare le tue certezze. La parte difficile non è rifiutarsi di giocare ma restare fedeli a se stessi, lottare per la libertà di scegliersi anche restando seduti, in ufficio.


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