Golem
di Emanuele Martinuzzi
Grumo di chip senza ventola
assopito nella riva madre.
Ora riesumato con le onde
e con mani apprendiste,
che digitano lettere
e segreti custodi
del resettato tempo.
Scomparire oltre le finestre,
oltre ogni ironico pixel,
oltre l’ingranaggio del tramonto.