Numero Embrione

Una rivista letteraria nel 2010

di Alessandro Xenos

"Erbavoglio" Acrilico su tela cm80x80 di Giacomo Braccialarghe
“Erbavoglio” Acrilico su tela cm80x80 di Giacomo Braccialarghe

Far nascere una rivista letteraria on line nel 2010 è una follia almeno per due ordini di motivi.

Il primo risiede proprio nella denominazione, poiché essendo il termine strettamente legato ad un periodo storico ben preciso, l’inizio del XX secolo, e vivendo una realtà contemporanea in cui l’utilizzo di blog e personal profile risulta preponderante rispetto a qualsiasi altro mezzo di divulgazione artistica (almeno dal punto di vista quantitativo), il rischio che si corre è di risultare quantomeno antiquati, se non proprio anacronistici.

Il secondo motivo, più pratico, va ricercato nella natura stessa del web e soprattutto nell’utilizzo che ne facciamo in quanto utenti. Durante la navigazione si è attratti maggiormente da informazioni lampo, per le quali non sia necessario spendere più di 30/40 secondi, e molto spesso per articoli che siano più lunghi di 15 righe si ricorre ad un tipo di lettura selettiva, di conseguenza un formato che richieda un maggiore impegno è già svantaggiato in partenza. Si potrebbe dire, quindi, che far nascere una rivista letteraria sul web sia come viaggiare sui binari dell’alta velocità con un treno a vapore.

Ciò nonostante abbiamo deciso di dedicarci in quest’impresa, perché abbiamo la convinzione di poter trasformare quest’obsoleta macchina motrice in qualcosa di innovativo, di transitorio, che possa donare nuova linfa alla ormai data per morta poesia: che possa cioè viaggiare alla stessa velocità delle più moderne carrozze risvegliando al contempo il moto anche delle più piccole narici al passaggio della lenta e goffa coltre di vapore, perché così come lenta e impercettibile ai sensi è la rivoluzione della Terra intorno al Sole così anche l’antico acre odore del carbone bruciato si muove fiacco verso il naso turato dei più. Troppo veloce ci muoviamo e troppo posata è la voce dei poeti.

Sia chiaro, questa non vuole essere una sfida tra lo slow e il fast, o almeno, non si tratta solo di questo, prima di tutto perché noi stessi siamo figli di questa velocità e poi perché considerando il nostro Tempo la sfida avrebbe sicuramente un esito impietoso per la lentezza. Si tratta invece di superare lo stallo in cui vive la creatività poetica cercando di turbare le forme statiche o sottilmente dinamiche attraverso una riappropriazione dell’ignoto, dell’astratto, cercando cioè di rompere le paratie tra l’idea e la parola che mano a mano si sono create nell’era dell’immagine.

Una rottura quindi che necessita d’un degno contatto con la realtà, ma anche di una ferma volontà d’affermare il respiro dell’astrazione. E’ qui allora che il termine ‘rivista letteraria’ si può affermare in tutta la sua modernità: nel portare il sigillo della coscienza delle intenzioni.

Naturalmente anche quest’etichetta è transitoria, così come transitoria è l’immagine che abbiamo di noi stessi e del nostro lavoro, ed è per questo che non ci legheremo ad una linea editoriale imponendoci una visione univoca in base alla quale scrivere. Anzi, l’intento è quello di esaltare la diversità dei nostri pensieri, dei nostri stili e magari un giorno d’avere al fianco altre persone stimate con cui potersi confrontare.

Questo primo numero prende il nome di ‘embrione’, perché ancora dovremo lavorare per migliorare la grafica ed i contenuti del sito. Per ora, comunque, c’è quello che di meglio abbiamo da offrirvi e se vorrete confrontarvi abbiamo un portalettere enorme.


freccia sinistrafreccia

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