Editoriale
di Alessandro Xenos

Ho sempre avuto difficoltà a associare una voce a un volto, un abito a uno sguardo, un paesaggio a un pensiero, e mi rendo conto che di un evento passato non sono in grado di distinguere le verità dell’epoca da quelle di oggi. Per questo forse iniziai a scrivere una quindicina di anni fa. Scrivere non per mummificare il passato, ma per ricordare i dettagli di storie altrimenti inenarrabili. Rivendicavo con forza la mia discendenza da quella stirpe millenaria di oratori a basso costo, maestri della piaggeria e dell’inghippo, ma allo stesso tempo sentivo la necessità di condividere emozioni che altrimenti non sarebbero esistite. Il caso volle che qualche anno dopo, all’università, incontrassi un grande scrittore che la pensava come me, si chiamava Isidore Lucien Ducasse e mi chiese se mi andava di trasferirmi in Francia per fondare una rivista letteraria con altri due amici. Fu così che nacque l’Irrequieto: Donatello Cirone e Ernest Hemingway a Firenze, Isidore ed io a Parigi. Avevamo la barba corta e le borse sotto gli occhi e con una certa braverie decidemmo di sfidare la velocità del web.
Oggi Isidore e Ernest ci hanno lasciati, ma altri artisti continuano ad alimentare il motore di questo collettivo itinerante. Ogni mese continuiamo a pubblicare racconti, poesie, saggi brevi e slam di menti irrequiete, ma non solo. In questo numero 8 infatti troverete anche le opere di fotografi e disegnatori italiani e francesi, che abbiamo potuto integrare grazie al nuovo formato realizzato da Luigi Balice. La rivista si afferma sempre di più come un luogo di espressione di differenti e originali sensibilità poetiche, non vi resta che leggere ciò che segue per immergervi nei dettagli delle nostre emozioni.