Avanti a compromessi
di Luigi Balice
La forza è recisa, come divisa al suo interno
Vuole lottare, ma la consapevolezza del come è corrosa
da superfluo, dalle risate, dalle voci dai chiché
Scatole accese per paura del vuoto,
vestiti luccicanti e gioielli neri come la morte,
lo assalgono come ragni e lo immobilizzano,
resta immobile dinnanzi al ballo,
che stupra la sua dignità chiamandolo, serrandogli la mano,
e si dimena, sbraita nel vuoto,
impreca al passato, e gli sbagli
ma solo nel vuoto, al chiuso, al sicuro
giù le tende, via le parole superflue, e le azioni inutili,
cacciatele via, tanto a cosa servono?
Non si lotta più qui dentro, non si lotta più.
La fuori è come un eterno teatro invece,
le maschere, i gomiti sulle spalle
e la voglia isterica di farsi inculare,
e mangiamo, ridiamo, caghiamoci in faccia
e abbracciamoci per i sogni che non abbiamo
e la lode del distacco, la lode per chi non si immischia,
l’amore per l’indifferenza
Là fuori la lotta non esiste,
il sorriso è d’obbligo e copre la colpa,
e copre l’abuso, giustifica il distacco.
Non si contratta, si subisce
e allora si negozia qui dentro,
si fanno compromessi qui dentro,
per non compromettersi là fuori
Puliti e profumati, senza chances camminiamo coperti da sguardi indifferenti
e proviamo a capire, proviamo a cambiare pur fedeli ad una promessa che
non ricordiamo più
Sappiamo tanto che continueremo ad affogare le illusioni nelle ore d’aria
concesse come penitenza per riflettere a quanto è stupido
secondino sotto braccio, salire su quel palco
e ostinarsi a guardarlo, a ripudiarlo e a sentirlo nostro.
Non si lotta più là fuori, non si lotta più qui dentro.