Numero 6

Avanti a compromessi

di Luigi Balice

 

La forza è recisa, come divisa al suo interno

Vuole lottare, ma la consapevolezza del come è corrosa

da superfluo, dalle risate, dalle voci dai chiché

 

Scatole accese per paura del vuoto,

vestiti luccicanti e gioielli neri come la morte,

lo assalgono come ragni  e lo immobilizzano,

resta immobile dinnanzi al ballo,

che stupra la sua dignità chiamandolo, serrandogli la mano,

 

e si dimena, sbraita nel vuoto,

 

impreca al passato, e gli sbagli

ma solo nel vuoto, al chiuso, al sicuro

 

giù le tende, via le parole superflue, e le azioni inutili,

cacciatele via, tanto a cosa servono?

 

Non si lotta più qui dentro, non si lotta più.

 

La fuori è come un eterno teatro invece,

le maschere, i gomiti sulle spalle

e la voglia isterica di farsi inculare,

e mangiamo, ridiamo, caghiamoci in faccia

e abbracciamoci per i sogni che non abbiamo

e la lode del distacco, la lode per chi non si immischia,

l’amore per l’indifferenza

 

Là fuori la lotta non esiste,

il sorriso è d’obbligo e copre la colpa,

e copre l’abuso, giustifica il distacco.

Non si contratta, si subisce

e allora si negozia qui dentro,

si fanno compromessi qui dentro,

per non compromettersi là fuori

 

Puliti e profumati, senza chances camminiamo coperti da sguardi indifferenti

e proviamo a capire, proviamo a cambiare pur fedeli ad una promessa che

non ricordiamo più

 

Sappiamo tanto che continueremo ad affogare le illusioni nelle ore d’aria

concesse come penitenza per riflettere a quanto è stupido

secondino sotto braccio, salire su quel palco

e ostinarsi a guardarlo, a ripudiarlo e a sentirlo nostro.

Non si lotta più là fuori, non si lotta più qui dentro.


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