Aria per i denti
di Donatello Cirone
Ho frequentato parole vestite da sera
che fumavano paglia d’importazione.
Parole di giorno che si aprivano al
pianto regolandosi con l’ora,
le ho viste magre e nude.
Ho pranzato con parole stanche,
mangiato con loro del brodo freddo.
(Usate come carta igienica buttata
in una tazza di lettere futuriste.)
Al caldo del sole si sono sciolte, per
Essere Diventare aria, nuvola, goccia.
Ho visto parole ingabbiate dal tubo
catodico, le ho viste in bocca a gente
che le masticava come carne cruda.
Le ho viste disperarsi perché vendute
al miglior offerente al mercato del pesce.
Sul letto ferme tutte le parole del mondo
si sono spente lasciandoci muti con i denti
bianchi, la gola molle e la libertà appesa
alla tela del ragno.