Numero 7 – FEBBRAIO 2015

Gemma aspettava

di Donatello Cirone

Cretto bianco di Giacomo Braccialarghe
Cretto bianco di Giacomo Braccialarghe

Le medaglie ciondolavano come batacchi di campane stonate, Davide dormiva. Il sole a fatica entrava dai buchi della persiana. Il pavimento era freddo, i suoi piedi lo sfioravano, quasi lo accarezzavano, era polveroso, sporco, macchie di caffè e chissĂ  cos’altro lo coloravano quasi fosse un Signac dipinto di notte con il pennello infilato nel naso. Gemma ci camminava sopra con leggerezza, i suoi piedini scalzi si poggiavano con delicatezza, si muoveva in quella stanza con una grazia antica, i suoi movimenti erano calcolati al millimetro e quello che toccava si rianimava, era come se la sua forza si diffondesse nell’aria, che pezzi della sua anima trasmigrassero negli oggetti di quella stanza.
La polvere si nascondeva, le parole correvano fuori dai libri chiusi per posarsi sui rami e diventare canto di passerotti innamorati..Continue reading →

 


anche restando seduti, in ufficio

di Luigi Balice

Il compromesso stipulato nel patto formale con i tuoi doveri ti riempie di inutili insicurezze alle quali hai paura di abituarti.
Non ti fanno cambiare pelle, ti lasciano specchiare nella tua immagine..Continue reading →


Flume

di Marco Puleri

Zimpol di Giacomo Braccialarghe
Zimpol di Giacomo Braccialarghe

“Provare un sentimento di repulsione, distacco e rabbia per qualcuno che si è amato è umana stupidità. Guardare il mondo con occhi diversi, diventare guardinghi, sognare il possibile, ignorare la possibilità dell’impossibile, odiare il buonismo e la cieca perseveranza: fatui fuochi di un’anima stordita. Ma necessari.”

Non ero ad una lezione di filosofia. Ma mi sembravano parole sante quelle di Julian. Eravamo seduti attorno a quel tavolo da circa sei ore, e andavamo avanti a cicchetti di amaro del capo, parlando di musica e anima.Non avevo la capacità di esprimermi in musica come loro, o neppure di provare l’emozione di tenere tra le braccia uno strumento, quasi come fosse un figlio cui far dolcemente sussurarre le prime agognate parole, ma riuscivo a sentirmi comunque parte di loro. Erano ormai anni che ci vedevamo al Flume..Continue reading →

 


Nonnina

di Luca Saracino

Nel periodo in cui il merlo indiano era scappato e anche Ilaria e a lavoro proprio non andava vendetti la macchina e cominciai a girare a piedi. Allora notai cose che fino a quel momento mi erano sfuggite: spettri che dietro a finestre armeggiano coi fili delle tende, i riti della signora delle pulizie nel lustrare le maniglie dei portoni, il percorso a zigzag verso l’edicola dell’uomo con le scarpe verdi..Continue reading →


Gatti

di Luca Saracino

Stay home club di Elisa saracino
Stay home club di Elisa saracino

Potrebbe essere gelosia aveva detto Marta che di gatti ne ha un esercito. Bisogna fare attenzione quando si introduce un nuovo elemento in casa, umano o animale che sia, perchĂ© i gatti ne soffrono molto. Ho spiegato che io non ho introdotto nessun altro in casa e quindi proprio non capivo il comportamento di Agata: non è piĂą lei, non si lascia nemmeno avvicinare, soffia e mi ha pure graffiato. Stamattina però quando ho riaperto gli occhi l’ho vista seduta davanti allo specchio che ho di recente installato accanto al letto. Che gatta vanitosa ho pensato..Continue reading →

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