La ragazza del 65
di Donatello Cirone

Il bus arrivava sempre con un ritardo che oscillava fra i 3 e i 121 minuti, le scuse erano tante: il traffico, i lavori mai finiti, le vecchie sulle strisce da dover per forza scansare, i ciclisti che invadevano le corsie mentre mangiavano bistecche sul manubrio, i bimbi che giocavano a palla. La veritĂ tutti la conoscevano, un po’ si incentivava il trasposto privato, un po’ era semplice inefficienza, fatto sta che Lorenzo aspettava sempre: un bus, un vero lavoro, un amore, l’abbraccio di un amico.
Regalava ormai quasi un’ora al trasporto pubblico urbano e non ci poteva fare niente, come per tutto il resto.
Sveglia e caffè, cesso, doccia, denti.. Continue reading
gas
i melograni
rubrica di Luca Saracino
SAINT MARY
C’è un mezzo arcobaleno in cima alla stanza mentre fumo alla finestra, appese alle maniglie dell’armadio le gruccespoglie hanno forma e colore diverso e sciupano ogni simmetria..
Inizio
Tutto è cominciato con un dolore a una spalla. All’inizio non si capiva ma poi il dottore ha detto osservando di sbieco la lastra: è un cancraccio.. Continue reading
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Feuilleton Il passaggio in macchina – parte quinta
di Alessandro Xenos

Per qualche secondo la vista le venne a mancare, la rabbia le gonfiava gli occhi e le tempie. Fu l’abitudine a riportarla a casa quasi priva di forze. Per la prima volta Estelle si sentiva impotente di fronte agli eventi della sua vita. L’uomo con cui aveva condiviso gli ultimi due anni era sparito ancora una volta dietro vaghe parole che avevano l’odore dell’ennesima impostura. Mise in carica il cellulare e si sdraiò sul divano con lo sguardo puntato al soffitto. Ripensò alla telefonata di qualche ora prima, le poche parole scambiate e le sue grida che non sembravano raggiungerlo. Di colpo balzò in piedi e si diresse verso la camera da letto. Rovistò nell’armadio, sotto il materasso, ovunque ci potessero essere oggetti lasciati da Sebastian. Trovò due magliette, una decina di calzini spaiati e un chullo.. Continue reading
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Parlami d’altro!
di Luigi Balice

I topi escono uno alla volta tirandoli dalla coda
Infame incoerenza di chi li ha nascosti sotto il cuscino
Sonni tranquilli, poi al gala dei sogni improvvisati di impostori contastorie
Morte a mezz’asta dopo l’invasione
domata, stordita, imbottita di pillole tranquillanti.
Però mordono sempre, rodono tutto,
giĂą tutto, meglio la tenda che la casa
tanto la si può condividere.. Continue reading
kl
Le biglie di vetro
di Mara Abbafati

Uscito da scuola non tornai subito a casa, quel giorno mamma non c’era e nemmeno la mamma di Michele, così ce ne andammo sotto al ponte della ferrovia dove ci passa il Fiumescuro, che è un grosso ruscello con il letto stretto e profondo che fa sembrare l’acqua quasi nera. Io avevo portato le biglie di vetro colorate e iniziammo subito a fare una pista sul lato sinistro del ruscello dove c’è la sabbia. Dopo un po’ che giocavamo Michele stava vincendo, allora io feci un tiro fortissimo e la mia biglia con la venatura rossa che era la mia preferita se ne rotolò via, giĂą per la discesa, io iniziai a correrle dietro, inciampai in un cavo di ferro e caddi a faccia avanti. Il naso iniziò a sanguinarmi, così mi tolsi il grembiule per asciugare il sangue e andammo via. Quando mamma tornò a casa.. Continue reading
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I racconti del bar
di Francesco Faraci

L’inverno è arrivato all’improvviso. – Finalmente! – esclama Gaetano seduto al tavolo accanto con in mano il bicchiere di bianco Sarti ancora intonso. – Ti mancava cosìtanto?- dico io.
-Eccome se mi mancava, non ne potevo piĂą del caldo- fa lui assaggiando a fior di labbra la brodaglia incolore
sul fondo del bicchiere. Arriccia le labbra, sgrana gli occhi – A noi- urla e in un attimo fa fuori il liquido che prorompente cola agli angoli della bocca macchiandogli la camicia a scacchi rossa e nera. In effetti la lunga coda dell’estate si è protratta fino a ieri, alcuni giorni addirittura ha spinto flotte di ragazzi a marinare la scuola e raggiungere la spiaggia per dar sfogo ai loro giovani e ancora selvaggi istinti, saltando a piedi pari l’autunno arrivando fino ad oggi. Il cielo fuori è grigio, e il grigio uniforma tutto, annulla ogni differenza e bisogna rifugiarsi in un mondo colorato per riconoscere le cose, chiamarle ancora con il loro nome. Gaetano sibila una bestemmia da svegliare i Santi in paradiso, poi tossisce, tira fuori dal pacchetto.. Continue reading
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A un marciapiede senza figli
di Giuseppe Semeraro

a un marciapiede senza figli
come un cane senza patria
senza l’ideale regno celeste
schiavo di una cometa resa
mentre imbianca il sorriso
voce del verbo credere
voce del verbo sbattere.. Continue reading
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Nausea
di Pietro Pancamo

Morbido silenzio, soffice
come una preghiera del sonno.
Il buio che adora fruscii e parole:
il buio, affannato dal mio respiro,
può solo accarezzare la
nausea di questa vita.. Continue reading